Lusso e potere. L'era dell'eccesso
I beni di consumo come sistema di segni per affrontare il legame ipnotico tra lusso e potere, un legame che maschera l'ineguaglianza economica e politica mentre la comunicazione trasmette messaggi che celebrano l'ostentazione
[07/01/2009]
A cura di Manuel Antonini
Tramontata la società dei consumi di massa del secondo Novecento, le nostre società vivono una fase di incertezza economico-finanziaria. Speculazioni, derivati, flussi monetari virtuali che attraversano il mondo regolano sempre più l'economia. La recessione bussa alle porte dell'Occidente, l'esternalizzazione delle attività produttive rende incerto il posto di lavoro e i salari perdono potere d'acquisto. Eppure una parte del ceto medio entra a far parte dei ricchi, quelli sempre più ricchi, e in molti si chiedono se la ripresa economica non possa reggersi proprio sul loro accesso ai beni di lusso. Alessandro Casiccia nel suo libro Lusso e potere si interroga sulla validità di questa argomentazione, andando però ben oltre per riconoscere il legame ipnotico tra il potere e l'ostentazione del lusso.
Nel libro, infatti, i beni di consumo sono considerati un sistema di segni ben al di là del loro significato d'uso. Nel linguaggio del lusso si maschera, infatti, una radicata disuguaglianza economico-politica, mentre la comunicazione ne trasmette i suoi fondamenti. La semiotica dell'eccesso e dell'ostentazione fonda la nuova comunicazione mediatica e spesso anche quella politica, quando ad esempio quest'ultima riproduce lo stile fashion del mondo dorato dei ricchi. Da Sarah Palin a Berlusconi, passando per Rachida Dati. Politica e lusso.
Nell'epoca dei divari sempre più ampi tra povertà e ricchezza, il lusso diviene così un nuovo dispotismo moderno, per alcuni ostentazione di edonismo per altri miraggio irraggiungibile e non per questo meno ricercato. Già, perché se ogni cosa ci dice che il lusso è cura di sé, "saper vivere"...chi allora non vuole essere premuroso verso se stesso?
Lusso e potere. I segni dell’ineguaglianza e dell’eccesso
A. Casiccia
Ed. Bruno Mondadori
p. 128 , € 12
2008
Tramontata la società dei consumi di massa del secondo Novecento, le nostre società vivono una fase di incertezza economico-finanziaria. Speculazioni, derivati, flussi monetari virtuali che attraversano il mondo regolano sempre più l'economia. La recessione bussa alle porte dell'Occidente, l'esternalizzazione delle attività produttive rende incerto il posto di lavoro e i salari perdono potere d'acquisto. Eppure una parte del ceto medio entra a far parte dei ricchi, quelli sempre più ricchi, e in molti si chiedono se la ripresa economica non possa reggersi proprio sul loro accesso ai beni di lusso. Alessandro Casiccia nel suo libro Lusso e potere si interroga sulla validità di questa argomentazione, andando però ben oltre per riconoscere il legame ipnotico tra il potere e l'ostentazione del lusso.
Nel libro, infatti, i beni di consumo sono considerati un sistema di segni ben al di là del loro significato d'uso. Nel linguaggio del lusso si maschera, infatti, una radicata disuguaglianza economico-politica, mentre la comunicazione ne trasmette i suoi fondamenti. La semiotica dell'eccesso e dell'ostentazione fonda la nuova comunicazione mediatica e spesso anche quella politica, quando ad esempio quest'ultima riproduce lo stile fashion del mondo dorato dei ricchi. Da Sarah Palin a Berlusconi, passando per Rachida Dati. Politica e lusso.
Nell'epoca dei divari sempre più ampi tra povertà e ricchezza, il lusso diviene così un nuovo dispotismo moderno, per alcuni ostentazione di edonismo per altri miraggio irraggiungibile e non per questo meno ricercato. Già, perché se ogni cosa ci dice che il lusso è cura di sé, "saper vivere"...chi allora non vuole essere premuroso verso se stesso?
Lusso e potere. I segni dell’ineguaglianza e dell’eccesso
A. Casiccia
Ed. Bruno Mondadori
p. 128 , € 12
2008
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