Nell'esperienza contemporanea, luoghi e non luoghi «si incastrano, si compenetrano reciprocamente, la possibilità del non – luogo non è mai assente da un qualsiasi luogo» così Giaccardi e Magatti riprendono un'affermazione di Marc Augé1 sulla compresenza nello spazio sociale di luoghi della solitudine, della non permanenza, dell'interazione strumentale e contrattuale.

Ma cosa sono effettivamente i luoghi e i non luoghi?
I primi riguardano uno spazio relazionale identitario storico, cioè uno spazio in cui le relazioni sono sollecitate e sono parte integrante di questo luogo, i soggetti si riconoscono al suo interno e per questo è definito identitario e storico perché i soggetti hanno una storia comune o si richiamano ad essa.

Il non luogo ha caratteristiche opposte, riguarda gli spazi di transito, di attraversamento, che sono pensati a prescindere dalla relazione, infatti, non sono identitari cioè non sono spazi in cui ci si riconosce come appartenenti (classici non luoghi sono l'aeroporto, la stazione).

Nella contemporaneità proliferano questi spazi che sono pensati attorno a dei fini, essi sono come degli incroci di mobilità, dove il rapporto principale si svolge tra il luogo e l'individuo, non tra gli individui all'interno di questo luogo. Naturalmente poi ogni non luogo può diventare un luogo per qualcuno: si tratta quindi, di una distinzione di atteggiamento e non di sostanza.
Il non - luogo: è uno spazio privo delle espressioni simboliche di identità, relazioni e storia: esempi tali di ‘non luoghi' sono gli aeroporti, le autostrade, le anonime stanze d'albergo, i mezzi pubblici di trasporto […]. Mai prima d'oggi nella storia del mondo i non luoghi hanno occupato tanto spazio. (Z. Bauman, Modernità liquida, 2002, p. 113)

Bauman riprende anche una distinzione fatta da Levi-Strauss, tra spazi antropoemici e spazi antropofagici, cioè tra spazi che sono costruiti in modo da respingere, da disincentivare la socialità e spazi invece che sono costruiti in modo da fagocitare i soggetti, i comportamenti disciplinati in qualche modo, annullando quella alterità che rende possibile la socialità.
I non luoghi hanno alcune caratteristiche dei luoghi emici (antropoemici), ma accettano l'inevitabilità di una loro frequentazione da parte di estranei, chiunque vi si trovi deve sentirsi come se fosse a casa propria ma non comportarsi come se davvero lo fosse.

Inoltre, ci sono luoghi dove le differenze vengono rese invisibili e ognuno di essi ha una specifica modalità, tra questi, gli spazi vuoti. Luoghi ai quali non viene attribuito nessun significato. Non hanno bisogno di essere divisi fisicamente da staccionate o barriere. Non sono luoghi proibiti, ma spazi vuoti, inaccessibili a causa della loro invisibilità […]. (J. Kociatkiewicz e M. Kostera, citati Z. Bauman, Modernità liquida, 2002) .
Questi sono spazi che non hanno alcun tipo di significato e non sono nemmeno in grado di darne uno. Per come vengono descritti, sono luoghi che non vengono "colonizzati" perché nessuno ne sente il bisogno, sono in fondo alla lista di tutti gli spazi descrivibili. «La vacuità del luogo è negli occhi di chi guarda e nelle gambe o nelle ruote di chi procede. Vuoti sono i luoghi in cui non ci si addentra e in cui la vista di un altro essere umano ci farebbe sentire vulnerabili, a disagio e un po' spaventati» (Z. Bauman, Modernità liquida, 2002, p. 116).

Il tipo di società che nasce e si sviluppa ancor oggi vede l'accrescersi del controllo e degli strumenti d'azione, da parte delle società umane, in diversi aspetti della vita: stato, impresa e scienza, ma in particolare nel viaggio, un viaggio nel tempo libero, per turismo o per lavoro.


Note bibliografiche:
1 Augé citato in M. Magatti, La globalizzazione non è un destino. Mutamenti strutturali ed esperienze soggettive nell'età contemporanea, p. 44


Articolo tratto dalla tesi di Laura Lucchese, L'arte del viaggiare: l'etnografia del pendolare, studio sociologico sulle moderne forme del viaggiare e della loro relazione con le concezioni di tempo e spazio modificatesi con le più recenti trasformazioni sociali.