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L'arte del viaggiare: l'etnografia del pendolare

Ci sono tantissimi modi di viaggiare e interpretare la parola viaggio; tutti in un modo o nell'altro ne sono coinvolti: viaggiare non è solo un'esperienza che implica uno spostamento, si può fare anche restando immobili, leggendo un libro o scrutando l'orizzonte. Oggi, si può viaggiare nei modi più diversi, grazie a mezzi impensabili fino a qualche decennio fa: innovazione tecnologica e internet hanno permesso lo sviluppo di un mondo virtuale, che si esprime attraverso un "viaggio senza partenza".
Ho affrontato il tema del viaggio perchè mi chiedevo quale potesse essere il motivo che spinge gli individui ad essere sempre in movimento e per questo ho preso in considerazione la categoria dei pendolari. Soggetti che viaggiano ogni giorno, vivono e interagiscono durante la maggior parte del loro tempo in una città che non è casa loro, in una condizione di spaesamento iniziale e in contatto continuo con l'alterità.
Il primo capitolo segue gli sviluppi della società contemporanea, partendo dalla nascita dello stato moderno e del tempo libero, che oggi è diventato un'occasione per far turismo. Il viaggio "contemporaneo" è tipico di una società disposta a spostarsi altrove e nel quale, gioca un ruolo fondamentale il fenomeno della globalizzazione. Tale fenomeno segna un passaggio d'epoca: annullamento delle distanze, sviluppo dei mezzi di comunicazione e di trasporto; ridefinizione delle parole spazio e tempo, con la sempre più crescente deterritorializzazione e compressione spazio - temporale. In seguito, si è analizzato come questi fattori, oggi, si siano ripercossi nel turismo, attraverso un percorso che va dal turismo di massa ad uno sguardo del turista nella società contemporanea, fino al lavoro, attraverso l'etnografia del pendolare.
L'etnografia sarà il principale soggetto del secondo capitolo, durante il quale dopo aver definito il fenomeno del pendolarismo e la figura del pendolare, in continuo contatto con la flessibilità, mi son addentrata nella sua vita quotidiana. Si passa attraverso le loro esperienze, durante il loro attraversamento dello spazio, dalla novità alla routine attraverso delle interviste e studiando i tipici comportamenti da vagone, con un continuo scambio di ruoli.

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III INTRODUZIONE Veniamo inondati di consigli sul dove, ma poco o nulla ci viene domandato circa il come e il perché del nostro andare. Eppure l'arte di viaggiare pone una serie di interrogativi nient'affatto semplici o banali, e il cui studio potrebbe modestamente contribuire alla comprensione di ciò che i filosofi greci indicavano con la bella espressione eudaimonia, ovvero felicità. (Alain de Botton, 2002) Dopo aver tanto parlato e letto di viaggi, ho sentito il bisogno di scrivere queste righe, di “aderire” al coro di tutti quelli che, in tutte le epoche della vita umana, hanno percepito l’esigenza di interrogarsi sul significato del viaggiare. Ci sono tantissimi modi diversi di viaggiare e di interpretare la parola viaggio, e tanti altri potrebbero essere elencati correndo il rischio di ripetersi, per questo mi basta definire il viaggio come un’esperienza polisemica, ricca di emozioni, profondamente personale ma mai assolutamente individuale. Tutti in un modo o nell’altro ne sono coinvolti; viaggiare non è solo un esperienza che implica uno spostamento o un movimento; si può fare anche restando immobili, leggendo un libro o scrutando l’orizzonte. Oggi, si può viaggiare nelle maniere più disparate attraverso delle modalità che potevano apparire assurde fino a qualche decennio fa. Questo grazie all’innovazione tecnologica e a internet, che hanno permesso lo sviluppo di un mondo virtuale, che si esprime attraverso un “viaggio senza partenza”. Il mondo virtuale è una sorta di “artificio” costruito sulla tensione costante tra realtà e finzione, sulla perdita dei confini tra immagine e realtà e che, proprio “in questo processo di dematerializzazione della realtà e di trasposizione nella società virtuale […] tenta di riprodurre le sensazioni della vita senza la vita”» (Rossi 2005, p. 146) Ma andiamo per ordine. Ho deciso di affrontare il tema del viaggio perché mi chiedevo quale potesse essere il motivo principale che spinge gli individui ad essere sempre in movimento, in continuo contatto con l’alterità. Mi rendo conto che la mia pretesa iniziale significava analizzare un fenomeno sociologico molto ampio e, di conseguenza, un lavoro più grande di me. Quindi, ho ristretto il campo alla categoria dei

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Informazioni tesi

  Autore: Laura Lucchese
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Mediazione linguistica e culturale
  Relatore: Mario de Benedittis
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 56

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