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La tratta degli esseri umani. Diritti e libertà negate

La Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’eliminazione della violenza contro le donne sancisce che la violenza sulle donne è “la manifestazione di un rapporto tra uomini e donne storicamente diseguale che ha condotto gli uomini a prevaricare e discriminare le donne”. E’vero che queste consuetudini e valori storicamente e culturalmente radicate non sono la causa esclusiva dell’emarginazione delle donne nella società, altra causa è la povertà, la globalizzazione, l’analfabetismo. La combinazione tra violenza, stigma, povertà ed emarginazione espone molte donne e ragazze ad un rischio costante, quello di venire contattate da organizzazioni criminali che offrono loro possibili scappatoie dalla costante condizione d’indigenza in cui vivono. Naturalmente le occupazioni offerte loro non solo sono illegali, ma si tratta di vere e proprie trappole, da cui difficilmente riusciranno a districarsi. Una delle possibili destinazioni di queste malcapitate è appunto il traffico di donne a scopo di sfruttamento sessuale, che rende ai loro aguzzini ingenti somme di denaro.
Il fenomeno della Tratta è oggi una delle questioni primarie nell’agenda setting del sistema internazionale, che vede uniti nell’intento di contrastarlo, tutti gli attori del sistema, dagli Stati, alle organizzazioni internazionali e regionali, alle ONG, alle associazioni di volontariato ecc. La dimensione internazionale della lotta al traffico degli esseri umani assume una particolare importanza, poiché in essa possono essere individuate strategie nuove per il contrasto a quello che è ormai riconosciuto dalla comunità internazionale come un crimine contro l'umanità. L’Italia è un paese di destinazione e transito del traffico di donne e bambini per lo sfruttamento sessuale e del lavoro. Nel 2004, il governo italiano è risultato primo in Europa per il numero di persone vittime di questi traffici che sono state protette con speciali visti e programmi di assistenza statale; molte delle vittime che hanno ricevuto aiuto sono state integrate con successo nella società italiana.
A partire da queste considerazioni si è formata un'ipotesi di lavoro articolata sulla costruzione di strumenti per la conoscenza del fenomeno “Tratta” sia quantitativa che qualitativa, la sua definizione, la valutazione dell'adeguatezza della legislazione italiana e internazionale e le politiche di protezione sociale. Il primo capitolo è un’introduzione ai diritti umani che esalta da una parte l’attualità e la contemporaneità della Dichiarazione dei Diritti Umani del 1948, e dall’altra lo scarso adattamento della nostra costituzione nazionale ai principi fondamentali di salvaguardia dei diritti umani. Nel secondo capitolo si traccia un quadro legislativo di riferimento per i diritti specifici dei migranti, iniziando da un livello internazionale ed europeo fino a giungere nello specifico alla Costituzione Italiana. Si analizzano dapprima le modifiche apportate dal D.lg. 286/98 al Testo Unico per quanto riguarda l’immigrazione e la condizione giuridica dello straniero in Italia, e poi vengono sciorinate le modifiche/non modifiche tra i due testi di legge: quello in vigore Bossi-Fini e quello previgente Turco- Napolitano, attraverso un confronto dettagliato. Nel terzo capitolo si analizza il tema principale di questo lavoro, definendo il termine “Tratta degli esseri umani” e distinguendolo da “Tratta delle donne” a scopo di sfruttamento sessuale; viene poi analizzata l’applicazione e l’attuazione dell’articolo 18 della legge italiana anti-tratta e dei programmi di protezione sociale nei confronti delle donne vittime di Tratta. Infine si osservano i possibili sviluppi evolutivi del fenomeno per incrementare la consapevolezza dell’opinione pubblica sulla continuità brutale del reato, che seppur nascosto miete ancora tante vittime. Il quarto capitolo è riassuntivo della mia esperienza lavorativa presso un Centro Donne Anti-Violenza di Messina. L’Ente suddetto finanziato dal ministero delle Pari Opportunità si rivolge a donne straniere vittime di tratta, offrendo loro dei percorsi di fuoriuscita dalla prostituzione tramite programmi di protezione e reinserimento sociale. Si traccia dapprima una cronologia storica dell’associazione di riferimento e poi viene illustrato il progetto in corso di svolgimento durante la collaborazione. Infine si analizza concretamente un caso specifico di donne straniere che hanno usufruito dei programmi di protezione presso il centro. Il capitolo si conclude con l’analisi di tre interviste a testimoni privilegiati per il lavoro di rete del CEDAV-Onlus, che si avvicinano direttamente al fenomeno studiato con differenti prospettive e competenze.

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3 Capitolo 1 «Non so se ci si rende conto sino a che punto la Dichiarazione Universale rappresenti un fatto nuovo nella storia, in quanto per la prima volta nella storia un sistema di principi fondamentale della condotta umana è stato liberamente ed espressamente accettato, attraverso i loro rispettivi governi, dalla maggior parte degli uomini viventi sulla terra». Norberto Bobbio 1 1. Introduzione sui diritti umani Nel 1968 Norberto Bobbio consigliava un salutare esercizio: “leggere la Dichiarazione Universale e poi guardarsi attorno, facendo poi notare come il cammino da percorrere fosse ancora lungo, e vi parrà che la storia umana, per quanto vecchia di millenni, paragonata agli enormi compiti che ci spettano, sia forse appena cominciata”. Naturalmente Norberto Bobbio ha ragione, il cammino è ancora tanto lungo, anche perché esistono ancora molti paesi, troppi, che non garantiscono i più elementari diritti umani. Tuttavia è lo stesso Norberto Bobbio a sottolineare il grande valore della 1 Norberto Bobbio (1990) L’età dei diritti, Einaudi, Torino.

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Informazioni tesi

  Autore: Monica Puliafico
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Comunicazione internazionale
  Relatore: Salvo Vaccaro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 122

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Parole chiave

immigrazione
legge bossi fini
legge turco-napolitano
programmi di reinserimento sociale
sfruttamento sessuale
tratta

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