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I partiti norvegesi e l'Europa

Since the early 1960s the European subject has been debated inside the Stortinget and among the population. The first time when the political parties debated the subject was in 1962. That was essentially caused by the Great Britain’s economic magnet. However, at that time, the imposition of French veto to Great Britain stopped also Norwegian’s aim to reach the European membership. The debate arose again some years later during the referendum of 1972. Two challenging groups have been already formed since the early 1960s; one with Labour party, Conservative party, Christian and Liberal in favour, and the other Agrarian party and the Extreme-left versus. Counting the two groups, there was a clear predominance of European membership’s supporters.. But the internal situation was changing rapidly inside the country and between the two opposite groups. Changing in government coalition and popular movement development restructured, in a different way, parties’ attitude to EEC. The referendum held in 1972, with the victory of NO, was an example of the change of view inside political class and reflected, also distance between political elites and population. All parties were affected by internal crisis and fractures like for the Liberals. The European issue was, after that experience, “put on ice” until late 1980s. The whole situation in Europe was changing. Crucial, in these years, was the tentative of the Labour party to bring Norway nearer to Europe then ever. The first step was SEA treaty that linked Norway to Europe but only for economic issues. Indeed it was still vivid the past in the minds of politician. Albeit, other Nordic countries were directed to apply for membership in the early 1990s, fear of another political “earthquake” made political class more wary. In the Stortinget, there was an extreme debate that brought to government’s crisis as it was in the 1970s. In 1994, following the other applicants, Labour government decided to held a second referendum. At that time two traditional opponent groups were built again at the eve of referendum more or less, by the same political work and popular forces of twenty years before. The result of referendum was again a victory of NO that reflected different points of view between parties and population, feared by loss of sovereignty and proud of its exceptionalism.

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2 Introduzione Il sistema partitico norvegese si è formato seguendo alcune “linee di frattura” sviluppatesi nella società norvegese durante tutto il novecento ed è caratterizzato da una cultura politica del tutto particolare. Anche se tutti i paesi scandinavi si attribuiscono la peculiarità di essere “democrazie nordiche”, caratterizzate da un sistema egalitario, socio-politico e con alti livelli di partecipazione, con enfasi sull’appartenenza ad una nazione collettiva, lo sviluppo della cultura politica ha, in realtà, seguito direzioni divergenti. La direzione presa dai norvegesi è stata verso una “politica del dissenso” in cui la funzione dei partiti politici è quella di supportare vari tipi di interesse. Ciò ha sviluppato un sistema di partecipazione politica sulla base di interessi economici e regionali che vengono elaborati dai membri locali del parlamento nei vari meeting nazionali di partito e, a livello parlamentare, nei gruppi di interesse nazionale. Inoltre, il fatto che la popolazione sia sparsa su un vasto territorio e che sia dipendente, sotto molti aspetti, per il proprio mantenimento da politiche governative, ha sviluppato un certo tipo di interessi locali presenti in parlamento che si caratterizzano per un più diretto controllo da parte della popolazione. Per comprendere la formazione del sistema partitico norvegese, dunque, è importante avere presente sia la cultura politica norvegese sia determinate “linee di frattura” originatesi nella società norvegese. Fra queste linee di frattura, ben codificate e applicate al contesto norvegese da Rokkan, quella riguardante l’ indipendenza nazionale è sicuramente la più rilevante. Attorno alla questione dell’indipendenza, raggiunta definitivamente nel 1905, si formarono due partiti politici: Høyre partiet (partito Conservatore) e Venstre partiet (partito Liberale). In Norvegia i conservatori inizialmente rappresentarono la continuità con la cultura degli ex-dominatori danesi dell’elite colta, in un secondo tempo con la difesa degli interessi svedesi, per divenire, nel periodo successivo all’indipendenza il partito dell’alta borghesia urbana. Il Venstre partiet rappresentò, in prima istanza, gli interessi della borghesia norvegese che tendeva all’indipendenza nazionale per evolversi poi nel partito della middle-class urbana e rurale. Altre importanti linee di frattura nella società norvegese furono quelle della rivoluzione industriale e proletaria che divisero il mondo agrario dall’industriale-urbano. Il partito agrario nacque all’inizio del secolo come rappresentante degli interessi dei piccoli agricoltori, caratteristici nella società

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Lucarelli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze politiche e delle relazioni internazionali
  Relatore: Piero Ignazi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 33

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Parole chiave

eu membership
exceptionalism
norwegian political parties
political attitude
referendum

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