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La comunicazione nella clownterapia: aspetti pedagogici e interventi educativi

Ho sempre avuto una sensibilità particolare nei confronti di coloro che soffrono, di quelli che rimangono ai margini, quelli che non hanno voce rispetto al dolore, non ne hanno coscienza e non riescono ad esprimerlo con le parole, ma solo con il pianto, cioè i bambini.
Da qui l’idea di questo percorso di approfondimento, e poi “Patch Adams”…
Subito dopo aver visto il film, che mi ha commossa…e anche fatto ridere, ho deciso di documentarmi, di studiare, di vivere una vita di qualità e non di quantità, di amare le persone, amare le cose che faccio tentando di realizzare i miei sogni…
Questa ricerca parte volutamente dall’analisi di un elemento positivo della condizione umana: molte discipline si soffermano ad analizzare le componenti negative per poterle poi eliminare, ma ci si dimentica che l’uomo è, prima di tutto, positività da coltivare.
Quel che è certo è che lo spunto per sostenere tale posizione non è nato dai disagi che ho avuto modo di analizzare nel corso della mia brevissima (ma intensa) carriera professionale, quanto, piuttosto, dai sorrisi sinceri di tanti bambini e ragazzi. Vedere i piccoli cambiare espressione, ridere nonostante la sofferenza, la paura e le preoccupazioni, riuscire a portare risate e gioia in posti in cui queste sembrano essere fuori luogo, e tornare poi a casa stanca, ma felice e molto più ricca di prima, è un’emozione incredibile e indescrivibile.
Il sorriso dei bambini che ho avuto la fortuna di incontrare riesce a cambiarti le giornate, a scardinare punti di vista e pensieri negativi e dà la carica per andare avanti sempre e comunque.
L’uomo ha sempre riso, e anche di cuore, senza mai porsi tanti problemi. Ridere ci fa stare bene, ci rende attivi e ci colma di energia; l’umore migliora e ci sentiamo più positivi nei confronti del futuro e delle persone che ci circondano: tutto questo può essere confermato da chiunque. Ma che il riso potesse diventare veramente una terapia utile per accelerare il processo di guarigione anche dei mali fisici più gravi, è una convinzione piuttosto recente e, a mio avviso, è stata una grande intuizione.
Secondo alcuni studiosi, tutti noi nasciamo con una naturale tendenza verso il gioco ed il divertimento in generale, ma purtroppo, quando si diventa adulti, questa naturale inclinazione viene sostituita spesso e volentieri da ansia, depressione e paura, anche se, fortunatamente, questi nuovi umori il più delle volte non riescono a sopprimere completamente il nostro potenziale creativo.
La prima domanda che viene spontaneo porsi è : “Come fa il ridere a diventare una terapia?” e ancora “Cosa succede al nostro corpo nell’arco di tempo di una risata?”. Verrebbe da rispondere: “Di tutto e anche di più!”. Tutti i nostri grandi sistemi sono coinvolti, dal muscolare, al facciale, al cardiaco, in fasi successive. Infatti, in un primo momento è come se una sorta di “mano invisibile” ci accarezzasse con estrema dolcezza. Poi, l’aumento di ossigeno del sangue nel nostro organismo ci porta ad una condizione di completo rilassamento, grazie anche ad una liberazione delle vie respiratorie superiori. Si potrebbe paragonare la risata ad un vero e proprio “massaggio interno”, senza dover ricorrere ai farmaci!

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4 INTRODUZIONE Ho sempre avuto una sensibilità particolare nei confronti di coloro che soffrono, di quelli che rimangono ai margini, quelli che non hanno voce rispetto al dolore, non ne hanno coscienza e non riescono ad esprimerlo con le parole, ma solo con il pianto, cioè i bambini. Da qui l’idea di questo percorso di approfondimento, e poi “Patch Adams”… Subito dopo aver visto il film, che mi ha commossa…e anche fatto ridere, ho deciso di documentarmi, di studiare, di vivere una vita di qualità e non di quantità, di amare le persone, amare le cose che faccio tentando di realizzare i miei sogni… Questa ricerca parte volutamente dall’analisi di un elemento positivo della condizione umana: molte discipline si soffermano ad analizzare le componenti negative per poterle poi eliminare, ma ci si dimentica che l’uomo è, prima di tutto, positività da coltivare. Quel che è certo è che lo spunto per sostenere tale posizione non è nato dai disagi che ho avuto modo di analizzare nel corso della mia brevissima (ma intensa) carriera professionale, quanto, piuttosto, dai sorrisi sinceri di tanti bambini e ragazzi. Vedere i piccoli cambiare espressione, ridere nonostante la sofferenza, la paura e le preoccupazioni, riuscire a portare risate e gioia in posti in cui queste sembrano essere fuori luogo, e tornare poi a casa stanca, ma felice e molto più ricca di prima, è un’emozione incredibile e indescrivibile.

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Informazioni tesi

  Autore: Alessia Pellegrini
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze pedagogiche
  Relatore: Riccardo Pagano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 133

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