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La metafora nella formazione. Indagine sull'utilizzo di strumenti metaforici nella pratica professionale formativa.

Questo lavoro di tesi analizza la metafora da una prospettiva duplice, sebbene inscindibile: in un primo momento tratto la metafora come entità linguistico-cognitiva autonoma, dotandola di un’ontologia propria ed indagandone i campi applicativi; successivamente le assegno valore di attributo, associandola al concetto di metodo formativo, nuovo focus d’indagine.
La prima parte del lavoro analizza l’oggetto di studio in chiave multiprospettica. La metafora, entità a lungo contesa da numerose discipline, possiede una natura polivalente difficilmente sistematizzabile in un unico modello teorico capace di racchiuderne esaustivamente la ricchezza ontologica. Proprio per questo ho deciso di esplorare il tema d’indagine dalle angolature che ho ritenuto favorevoli a rilevarne il potere formativo. Dopo aver discusso della natura simbolica della metafora ed aver proposto un excursus storico sull’evoluzione del pensiero indiretto (cap. 1), presento la struttura formale del linguaggio figurato, evidenziando in cosa la metafora si differenzi dagli altri paragoni espliciti, quali similitudini ed analogie (cap. 2). Il carattere riduttivo delle teorie volte a descrivere la metafora in termini matematici e a tassonomizzare le espressioni figurate diviene occasione per riflettere sulla natura intrinsecamente cognitiva che sottende le manifestazioni linguistiche metaforiche (cap. 3). Allo studio della natura, della struttura e del funzionamento della metafora, segue la presentazione delle sue utilità applicative. Nello specifico esamino il suo potere di dar luogo ad una comunicazione aderente al sentire soggettivo, il ruolo che riveste nello sviluppo della conoscenza individuale e collettiva e il valore epistemico che assume nello sviluppo scientifico (cap. 4). La volontà di comprendere a fondo un fenomeno ne implica lo studio delle origini, perciò espongo alcune teorie circa la maturazione della competenza metaforica nei bambini (cap. 5); dato che la definizione di competenza metaforica rimanda alla capacità adulta di comprendere e produrre metafore, tale approfondimento acquisisce anche valore comparativo, ossia diviene occasione per riflettere sui caratteri distintivi delle metafore adulte. In seguito discuto del valore educativo della metafora, la quale costituisce un accesso epistemico alla nuova conoscenza, ed ipotizzo funzioni ed ambiti applicativi della metafora in campo formativo, sulla base delle conoscenze maturate durante la stesura dei capitoli precedenti (cap. 6).
La seconda parte è interamente dedicata all’indagine sperimentale, la quale ha coinvolto venti testimoni privilegiati esponenti della professione di formatore. Non avendo a disposizione precedenti teorici o sperimentali cui riferirmi, attribuisco alla mia ricerca un carattere esplorativo, avente due obiettivi principali: giungere ad una definizione di strumento formativo metaforico ed indagare la logica sottesa all’impiego di strumenti metaforici nella pratica professionale formativa, al fine di delineare un quadro d’azione sufficientemente stabile, quindi passibile di sistematizzazioni teoriche. Avvalendomi del metodo dell’intervista di esplicitazione teorizzata da Vermersch, ho chiesto ai formatori di riflettere sulla metaforicità dei metodi formativi dei quali si avvalgono e di esprimere opinioni, esplicitare conoscenze e raccontare episodi concreti circa le modalità e gli obiettivi coi quali ricorrono a tali metodi. In un primo momento l’esame delle interviste consiste nella costruzione di un sistema di categorizzazione delle risposte mirato ad identificare le dimensioni chiave che strutturano il suddetto quadro d’azione e a facilitare il trattamento del vasto ed eterogeneo spettro informativo raccolto. All’esame qualitativo dei testi d’intervista affianco un’elaborazione statistica non parametrica sui dati categorizzati, studio che mi ha permesso di rilevare le interrelazioni esistenti tra i costrutti individuati e di esplorarne la strutturazione interna.
All’illustrazione delle motivazioni che mi hanno spinta a realizzare questa ricerca e alla presentazione dell’indagine (cap. 7), seguono le considerazioni sui risultati. Non reputando opportuno trattare dicotomicamente le elaborazioni quantitative dei dati e le interpretazioni qualitative dei testi d’intervista, discuto i risultati quali-quantitativamente ed affronto trasversalmente le otto dimensioni di studio individuate (cap. 8): il Linguaggio figurato, i Metodi formativi metaforici, le Implicazioni emotivo-affettive derivanti dall’utilizzo di metafore formative, le Funzioni cognitive degli oggetti metaforici, le Caratteristiche della metafora efficace, le Competenze del formatore necessarie ad un corretto impiego degli strumenti metaforici formativi, le Differenze di target (adulto/bambino) e i Contesti formativi che possono mutare obiettivi e modalità di impiego della metafora.

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1 INTRODUZIONE Con questo lavoro intendo attribuire alla metafora un carattere duplice, sebbene inscindibile: in un primo momento tratto la metafora come entità linguistico-cognitiva autonoma, dotandola di un’ontologia propria ed indagandone i campi applicativi; successivamente le assegno valore di attributo, associandola al concetto di metodo formativo nuovo focus d’indagine. La prima parte del lavoro analizza l’oggetto di studio in chiave multiprospettica. La metafora, entità a lungo contesa da numerose discipline, possiede una natura polivalente difficilmente sistematizzabile in un unico modello teorico capace di racchiuderne esaustivamente la ricchezza ontologica. Proprio per questo ho deciso di esplorare il tema d’indagine dalle angolature che ho ritenuto favorevoli a rilevarne il potere formativo, senza la presunzione di esaurire la complessità dell’argomento. Dopo aver discusso della natura simbolica della metafora e aver proposto un excursus storico sull’evoluzione del pensiero indiretto (cap. 1), presenterò la struttura formale del linguaggio figurato, evidenziando in cosa la metafora si differenzi dagli altri paragoni espliciti, quali similitudini ed analogie (cap. 2). Il carattere riduttivo delle teorie volte a descrivere la metafora in termini matematici e a tassonomizzare le espressioni figurate diviene occasione per riflettere sulla natura intrinsecamente cognitiva che sottende le manifestazioni linguistiche metaforiche (cap. 3). Avendo, a questo punto, esaminato natura, struttura e funzionamento della metafora, passo a presentarne le utilità applicative, illustrando: il suo potere di dar luogo ad una comunicazione aderente al sentire soggettivo, il ruolo che riveste nello sviluppo della conoscenza individuale e collettiva e il valore epistemico che assume nello sviluppo scientifico (cap. 4). Poiché ritengo che comprendere a fondo un fenomeno implichi lo studio delle origini dello stesso, esporrò alcune teorie circa la maturazione della competenza metaforica nei bambini (cap. 5); dato che la definizione di competenza metaforica rimanda alla capacità adulta di comprendere e produrre metafore, tale approfondimento acquisisce anche valore comparativo e diviene, così, occasione per riflettere sui caratteri distintivi delle metafore adulte. In seguito discuterò del valore educativo della metafora, la quale costituisce un accesso epistemico alla nuova conoscenza, ed ipotizzerò funzioni ed

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Informazioni tesi

  Autore: Lisa Colalongo
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze della Formazione Continua
  Relatore: Alberto Munari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 595

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