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La presenza delle assistenti familiari nel lavoro di cura: un'analisi dei percorsi formativi

In Italia e negli altri paesi occidentali si è assistito negli ultimi anni al progressivo e costante invecchiamento della popolazione e ad una riduzione delle nascite. Questo comporta un aumento del bisogno di cura e assistenza verso questa popolazione. L’attività di assistenza e cura è sempre stata delegata alla famiglia, ma con il mutamento della struttura familiare la rete di sostegno familiare è diventata più fragile e debole. Il maggiore inserimento delle donne nel mercato del lavoro, tradizionalmente impegnate nella cura di bambini, anziani e disabili, comporta che esse non riescano più a conciliare gli impegni lavorativi con i bisogni e le necessità di assistenza dei membri fragili e non autosufficienti della famiglia. In un sistema di Welfare, come il nostro, in cui si tende ad un maggior utilizzo dei trasferimenti monetari alle famiglie rispetto alla programmazione di progetti finalizzati ad offrire servizi diretti, non si sono sviluppati servizi di cura efficienti ed efficaci. Questo ha portato le famiglie italiane a ricorre a terze persone, principalmente a donne straniere, per accudire gli anziani non autosufficienti: si sviluppa così il fenomeno delle badanti.
Questo elaborato ha voluto far risaltare l’importanza del lavoro di cura svolto dalle donne straniere nel nostro paese, in cui i servizi per anziani sempre più spesso non riescono a soddisfare i numerosi bisogni di assistenza. Inoltre, si è voluto porre l’attenzione sulla necessità di qualificare il lavoro di cura delle badanti attraverso la realizzazione di percorsi formativi che permettano il riconoscimento del loro ruolo professionale e il miglioramento della qualità dell’assistenza offerta. L’interesse per la formazione e qualificazione del lavoro di cura delle assistenti familiari è nato durante il tirocinio svolto presso il CISS di Chivasso. Il tirocinio mi ha permesso di entrare in contatto con una realtà, quella degli anziani non autosufficienti, complessa e con bisogni in costante aumento. Molti anziani sono accuditi da donne straniere, che però non hanno alle spalle una formazione inerente al lavoro di cura. Il CISS per sopperire a queste lacune conoscitive ha realizzato un percorso formativo per badanti. Ho analizzato questo e altri percorsi per meglio capire come i vari enti pubblici e non si stanno muovendo per migliorare la qualità del lavoro di cura privato.
Nel primo capitolo si focalizza l’attenzione su alcune teorie che mostrano e spiegano come l’immigrazione non sia solo un fenomeno maschile ma sempre più anche femminile. Si spiegano le ragioni di queste migrazioni, la natura dei progetti migratori di queste donne, che decidono di migrare lasciando i loro affetti nel paese d’origine. In ultimo, si descrivono le tappe delle migrazioni femminili in Italia.
Nel secondo capitolo si parla del sistema di Welfare italiano, propenso soprattutto a fornire aiuti di tipo economici alle famiglie piuttosto che realizzare una efficace programmazione di progetti volti ad offrire servizi di cura. Si individuano le risposte istituzionali e le risposte sociali per il soddisfacimento dei bisogni di cura della popolazione anziana.
Il terzo capitolo tratta del lavoro di cura svolto dalle assistenti familiari. Si pone l’attenzione sulla difficile relazione intercorrente tra l’assistente familiare e l’anziano. Si sottolinea l’esistenza di un Welfare invisibile formato dalle donne straniere occupate nel lavoro di cura. Infatti, il lavoro di cura prestato dai singoli carers dà forma ad un mercato in cui avviene l’incontro tra la domanda di assistenza delle famiglie e l’offerta di lavoro delle immigrate, anche se segmentato, poco visibile e sommerso.
Nel quarto capitolo si effettua una analisi comparativa tra alcuni corsi di formazione organizzati da diversi enti ed organizzazioni. I corsi sono analizzati e confrontati in base alla durata, alla loro organizzazione e strutturazione e ai crediti formativi che rilasciano al termine del percorso formativo.
Il capitolo quinto analizza il Progetto “Servizi integrati a sostegno dell’assistenza familiare qualificata” realizzato dal CISS di Chivasso in collaborazione con altri parterns locali. Dopo una breve panoramica sulla struttura organizzativa del CISS, si esaminano le fasi di realizzazione del progetto e le criticità del percorso formativo per assistenti familiari.

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  1  INTRODUZIONE In Italia e negli altri paesi occidentali si è assistito negli ultimi anni al progressivo e costante invecchiamento della popolazione e ad una riduzione delle nascite. Questo comporta un aumento del bisogno di cura e assistenza verso questa popolazione. L’attività di assistenza e cura è sempre stata delegata alla famiglia, ma con il mutamento della struttura familiare la rete di sostegno familiare è diventata più fragile e debole. Il maggiore inserimento delle donne nel mercato del lavoro, tradizionalmente impegnate nella cura di bambini, anziani e disabili, comporta che esse non riescano più a conciliare gli impegni lavorativi con i bisogni e le necessità di assistenza dei membri fragili e non autosufficienti della famiglia. In un sistema di Welfare, come il nostro, in cui si tende ad un maggior utilizzo dei trasferimenti monetari alle famiglie rispetto alla programmazione di progetti finalizzati ad offrire servizi diretti, non si sono sviluppati servizi di cura efficienti ed efficaci. Questo ha portato le famiglie italiane a ricorre a terze persone, principalmente a donne straniere, per accudire gli anziani non autosufficienti: si sviluppa così il fenomeno delle badanti. Questo elaborato ha voluto far risaltare l’importanza del lavoro di cura svolto dalle donne straniere nel nostro paese, in cui i servizi per anziani sempre più spesso non riescono a soddisfare i numerosi bisogni di assistenza. Inoltre, si è voluto porre l’attenzione sulla necessità di qualificare il lavoro di cura delle badanti attraverso la realizzazione di percorsi formativi che permettano il riconoscimento del loro ruolo professionale e il miglioramento della qualità dell’assistenza offerta. L’interesse per la formazione e qualificazione del lavoro di cura delle assistenti familiari è nato durante il tirocinio svolto presso il CISS di Chivasso. Il tirocinio mi ha permesso di entrare in contatto con una realtà, quella degli anziani non autosufficienti, complessa e con bisogni in costante aumento. Molti anziani sono accuditi da donne straniere, che però non hanno alle spalle una formazione inerente al lavoro di cura. Il

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Informazioni tesi

  Autore: Noemi Lia Maria Sole Ronchi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi del Piemonte Orientale A.Avogadro
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze del servizio sociale
  Relatore: Francesca Zaltron
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 106

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Parole chiave

anziani
assistente sociale
assistenti familiari
assistenza domiciliare
badanti
immigrazione femminile
lavoro di cura
percorsi formativi
servizi per anziani
servizio sociale
welfare

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