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Disuguaglianza di genere e sviluppo economico

La mia tesi è che la soluzione del problema della disuguaglianza di genere dipenda dall’assunzione di potere (inteso in tutte le sue differenti accezioni) da parte del genere femminile.
Il fenomeno della disuguaglianza di genere all’interno e all’esterno della famiglia non è una costante nel mondo ma non è neanche legato al livello di sviluppo di una società: due ricerche condotte negli Stati Uniti dimostrano come, anche all’interno di Paesi Sviluppati, il problema non abbia trovato soluzione.

Il problema della disuguaglianza va affrontato congiuntamente attraverso un’analisi economica e sociale.
Sono stati messi recentemente a punto dei modelli economici (i Modelli della Negoziazione) che permettono una maggiore comprensione delle relazioni intrafamiliari da cui dipende il benessere individuale e la soddisfazione delle preferenze individuali.
Concentrandomi sull’analisi della distribuzione delle risorse all’interno della famiglia, individuando le determinanti del potere di negoziazione che condiziona le decisioni di spesa familiare e dunque in ultima analisi, l’utilità familiare intesa come somma delle utilità dei suoi diversi membri, ho evidenziato come, accanto al reddito individuale, altre variabili fossero rilevanti, prima tra tutte: il genere.

All’origine della disuguaglianza di genere vi è un’asimmetria biologica e un’asimmetria sociale che dovrebbero convincerci della necessità di utilizzare ogni mezzo lecito per porre fine ad un problema la cui persistenza potrebbe strumentalmente essere scambiata per permanenza.
La disuguaglianza di genere deve essere eliminata perché inefficiente da un punto di vista economico e perché ogni essere umano ha diritto alla libertà intesa come capacità di acquisire stati di essere e di fare ritenuti apprezzabili.

L’acquisizione di potere da parte del genere femminile rappresenta a mio avviso la conditio sine qua non per una ridefinizione del “Patto tra i Generi”. Affinché un accordo collusivo soddisfacente per entrambi possa essere raggiunto è necessario che entrambi abbiano la stessa forza nella breakdown-well-been response, nella perceived-interest e perceived-contribution response, quindi conseguentemente, pari potere di negoziazione.

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4 Introduzione Malgrado varie dichiarazioni ufficiali e pubblicazioni da parte dell’ONU e della World Bank circa l’importanza del raggiungimento dell’uguaglianza di genere nei diversi paesi del mondo (si tratta del terzo Millennium Development Goal), malgrado nei paesi sviluppati (DCs) l’uguaglianza di genere sia un principio ormai assorbito dalla giurisprudenza e dalla legislazione vigente nonché obiettivo di numerose azioni positive intraprese, malgrado maggiore attenzione da parte dei ricercatori scientifici sia stata dedicata negli ultimi 15 anni a tale problematica e molti studi abbiano dimostrato l’inefficienza della discriminazione di genere e come essa possa essere un serio ostacolo allo sviluppo e alla crescita economica, la disuguaglianza di genere persiste ed anzi, “In no region of the developing world are women equal to men in legal, social, and economic rights.” (World Bank). ‘E allora è doveroso interrogarsi sulle ragioni della persistenza del fenomeno. Il presente studio utilizza quale strumento di analisi il modello di Browning e Chiappori che consente di valutare gli effetti del bargaining power sull’allocazione intrafamiliare delle risorse. Nella prima parte sono illustrate le ragioni per un mutamento di prospettiva dell’analisi del fenomeno, dall’utilitarismo classico all’approccio delle capacità. Nella seconda parte ci si propone di allargare il concetto tradizionale di tecnologia ad includere l’organizzazione sociale, individuata come principale fonte della disuguaglianza di genere all’interno e all’esterno della cerchia familiare. Nella terza parte si descrivono sommariamente i differenti modelli di utilità familiare, concentrandosi su quello di utilità familiare indiretta. La quarta parte illustra i risultati di due analisi empiriche condotte negli USA che avvalorano le ipotesi alla base dei bargaining models. Nella quinta parte viene prima illustrata, poi criticata, una ricerca condotta sulle popolazioni rurali della Nigeria sud-occidentale il cui obiettivo era valutare gli effetti dell’incremento del reddito familiare sull’apporto calorico giornaliero pro capite e gli effetti di una redistribuzione intrafamiliare delle risorse a favore delle donne. Infine sono presentate alcune personali osservazioni.

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Informazioni tesi

  Autore: Salima Balzerani
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli studi Roma 3
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Consulente esperto per i processi di pace, cooperazione e sviluppo
  Relatore: Edoardo Marcucci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 32

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Parole chiave

allocazione intrafamiliare delle risorse
amartya k. sen
approccio delle capacità
bargaining models
browining and chiappori's model
capofamiglia
disuguaglianza di genere
donne capofamiglia
economia dello sviluppo
famiglia
gender economy
intrafamigliare
modelli della negoziazione
modelli di utilità familiare
potere di negoziazione
prospettiva di genere
utilitarismo

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