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Underground & Commercial. Etnografia dei diversi volti dell'HipHop a Roma.

Capire i giovani di oggi vuol dire innanzi tutto capirne le mutazioni, le trasformazioni, i conflitti; studiarne le differenze e le similitudini rispetto alle generazioni precedenti; considerarne la musica, le mode, le tendenze; capire soprattutto i meccanismi che si sono instaurati prima, dopo, e durante determinati “punti di rottura” che si possono ritrovare all’interno della storia della società moderna. Le considerazioni e i punti di vista riguardo questo argomento sono molteplici e spesso discordanti perché quello delle culture giovanili è un argomento che sin dal principio della sua esistenza ha catturato l’attenzione di sociologici e psicologi di diversa formazione culturale, di giornalisti e esperti di opposte ideologie e in generale di tutto l’establishment culturale moderno.

Lo scopo di questa analisi è quello di una rivisitazione storica di quelle che sono state le maggiori e più studiate culture giovanili legate alla musica e alla politica, variabili indipendenti ma spesso intrecciate l’un l’altra nell’equazione del rapporto giovani/società, soffermandoci nell’approfondimento di queste espressioni nell’ambito italiano e analizzando in particolar modo quella legata all’espansione globale della cultura HipHop.

Dopo la parte teorica quindi ho effettuato una ricerca sul campo a Roma, mettendo a confronto due realtà apparentemente contrastanti del Rap romano: l’ambito Underground e quello Commercial. Grazie alle testimonianze di alcuni dei maggiori esponenti della Scena capitolina (Piotta, CorVeleno, Amir e altri) se ne è così ricostruita la storia, e si è visto il rapporto della Vecchia Scuola con l’ambiente attuale. Il risultato che ne emerge è quello di un HipHop ancora in grado, nonostante le differenze con il passato e la sua trasformazione da cultura di nicchia a cultura di massa, di catturare l’attenzione di molti giovani e soprattutto di esserne l’espressione. L’Underground e il Commercial si sono perciò scoperti come due emisferi fluttuanti l’un l’altro, frutto dell’instabilità dei codici comunicativi della metropoli moderna.

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Introduzione Capire i giovani di oggi vuol dire innanzi tutto capirne le mutazioni, le trasformazioni, i conflitti; studiarne le differenze e le similitudini rispetto alle generazioni precedenti; considerarne la musica, le mode, le tendenze; capire soprattutto i meccanismi che si sono instaurati prima, dopo, e durante determinati “punti di rottura” che si possono ritrovare all’interno della storia della società moderna. Le considerazioni e i punti di vista riguardo questo argomento sono molteplici e spesso discordanti perché quello delle culture giovanili è un argomento che sin dal principio della sua esistenza ha catturato l’attenzione di sociologici e psicologi di diversa formazione culturale, di giornalisti e esperti di opposte ideologie e in generale di tutto l’establishment culturale moderno. Lo scopo di questa analisi è quello di una rivisitazione storica di quelle che sono state le maggiori e più studiate culture giovanili legate alla musica e alla politica, variabili indipendenti ma spesso intrecciate l’un l’altra nell’equazione del rapporto giovani/società, soffermandoci nell’approfondimento di queste espressioni nell’ambito 6

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Trabassi
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2004-05
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Comunicazione d'impresa
  Relatore: Massimo Canevacci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 191

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Parole chiave

antropologia culturale
cultura
culture extreme
etnografia
giovani
hiphop
musica
rap
sottoculture
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