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Dal collocamento alle agenzie per il lavoro: questioni di giustizia sociale nella regolazione del mercato del lavoro in Italia.

Si può parlare di “giustizia” con riferimento all’allocazione delle risorse umane all’interno del mercato del lavoro? Esiste un diritto al lavoro? Perché qualcuno è più esposto di altri al rischio di disoccupazione?
Questioni di questo tipo sono affrontabili scientificamente da diversi punti di vista disciplinari: economico, filosofico, giuridico, politologico, psicologico, storico e, naturalmente, sociologico. Ed anche all’interno della stessa sociologia i campi specifici di studio coinvolti sono molteplici: sociologia del mercato del lavoro, sociologia economica, sociologia delle politiche sociali, sociologia dei processi culturali, ecc.
Il fatto che una questione sia “affrontabile” non significa, d’altra parte, che sia stata necessariamente affrontata ed, infatti, sembra trattarsi, nella fattispecie, di questioni relativamente trascurate.
Obiettivo specifico di questo lavoro è quello di cercare di portare un piccolo contributo alla discussione in materia attraverso la connessione di due questioni che, anche a causa della divisione disciplinare richiamata, sono troppo spesso in maniera apparentemente inesplicabile trattate separatamente: la questione della regolazione del mercato del lavoro e la questione della giustizia sociale.
L’economia di questo lavoro non consente però di affrontare esaurientemente argomenti tanto vasti. Si tratta allora di mettere in rilievo alcuni aspetti particolari delle due questioni.
Rispetto alla questione della regolazione del mercato del lavoro mi sono concentrato sui servizi per l’impiego ed in particolare sulla transizione dal collocamento pubblico alle agenzie per il lavoro private. Con riferimento invece alla giustizia sociale ho affrontato la questione partendo dal tema dei diritti di cittadinanza sociale, e del diritto al lavoro in particolare, concentrando successivamente l’attenzione sull’evoluzione del welfare state.
Con riferimento a questi specifici temi ho cercato di portare alla luce alcuni “meccanismi” di occultamento e di mistificazione, più o meno consapevoli e più o meno diffusi nel senso comune, ma anche, e soprattutto, nel dibattito scientifico.
Per fare questo sono stato costretto a qualche incursione al di fuori dell’ambito strettamente sociologico, facendo riferimento, di volta in volta, alla letteratura prodotta in ambito storico, giuslavoristico, di filosofia politica, ecc.
Nel primo capitolo ho cercato di delineare la prima questione tratteggiando le problematiche sottese alla “metafora” del mercato del lavoro (par. 1.1), ai meccanismi di stratificazione sociale legati alla condizione occupazionale (par. 1.2), alla regolazione del mercato del lavoro (par. 1.3), mentre i paragrafi successivi sono dedicati ad un excursus storico sul problema sociale della disoccupazione in epoca pre-industriale (par. 1.4) e industriale e sui metodi per affrontarla con particolare riferimento al dispositivo istituzionale del collocamento, alla sua nascita (par. 1.5), sviluppo e declino (par. 1.6). Il capitolo si conclude con una introduzione alle problematiche contemporanee (par. 1.7) e con una serie di interrogativi di ricerca (par. 1.8).
Il secondo capitolo tratta invece dei diversi tipi di cittadinanza e di diritti (par. 2.1), dei rischi sociali e dei sistemi di protezione sociale, compresa la tutela dalla disoccupazione attraverso il diritto al lavoro (par. 2.2), dei diversi tipi di welfare state (par. 2.3) e del loro declino in concomitanza con la crisi del lavoro salariato e l’emergenza di una nuova questione sociale (par. 2.4), concentrandosi successivamente su alcuni aspetti emergenti del cambiamento in atto: la logica della promozione (par. 2.6) e la retorica del cliente (par. 2.7), per concludere con un collegamento alla tematica del collocamento dal punto di vista della politica sociale (par. 2.8).
Nel terzo capitolo si cerca infine di fare luce sul collegamento tra le questioni affrontate nei capitoli precedenti, specificando meglio il funzionamento del job matching (par. 3.1), collegandolo in prima istanza alla strutturazione dei reticoli sociali attraverso la rilettura della teoria dell’embeddedness (par. 3.2) e successivamente alla questione della giustizia sociale (par. 3.3), cercando di fornire un modello alternativo di descrizione dell’evoluzione del mercato del lavoro (par. 3.4) in grado di mettere in rilievo le ricadute sulla questione della giustizia sociale delle tendenze in atto (par. 3.5).

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5 PREMESSA La disoccupazione di massa - abbiamo detto - è una inadempienza verso il principio del diritto al lavoro. Ma essa comporta anche una seria minaccia alla cittadinanza sociale. (…) Stupisce quindi che la crisi dell’occupazione e la crisi dello Stato sociale siano tuttora trattate in modo separato, come se rientrassero in campi esplicativi diversi e non soltanto in campi disciplinari diversi. (Aris Accornero) L‘interrogativo fondamentale di questo lavoro nasce da un’esperienza professionale di quasi vent’anni a contatto con persone in cerca di occupazione nel contesto di servizi pubblici di nuova concezione (Informagiovani, Centro Lavoro). In questo tipo di servizi il contatto con gli utenti è di tipo informale e molto “aperto”. Capita perciò di frequente di raccogliere le opinioni “fuori dai denti” dei disoccupati e degli inoccupati sul funzionamento del mercato del lavoro in generale o su una determinata procedura di ricerca o selezione del personale e spesso ci si ritrova ad avere a che fare con la fatidica frase/sfogo/denuncia: “Non è giusto!” Aldilà delle opinioni personali e degli interessi individuali particolari dei propri utenti può sorgere spontanea nell’operatore, specie se curioso (e anche “coscienzioso”), la necessità di riflettere sulla pertinenza, per così dire, oggettiva di questi sfoghi. Si può parlare di “giustizia” con riferimento all’allocazione delle risorse umane all’interno del mercato del lavoro? Esiste un diritto al lavoro? Perché qualcuno è più esposto di altri al rischio di disoccupazione? E così via… Questioni di questo tipo sono affrontabili scientificamente da diversi punti di vista disciplinari: economico, filosofico, giuridico, politologico, psicologico, storico e, naturalmente, sociologico. Ed anche all’interno della stessa sociologia i campi specifici di studio coinvolti sono molteplici: sociologia del mercato del lavoro, sociologia economica, sociologia delle politiche sociali, sociologia dei processi culturali, ecc.

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Informazioni tesi

  Autore: Claudio Resentini
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Sociologia
  Relatore: Ota De Leonardis
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 192

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