L'osservazione degli effetti della comunicazione sul sistema politico e sulla società civile rappresenta da decenni uno dei temi più dibattuti da studiosi di varia formazione.
Nella prima fase di studi l'indagine si è soffermata sull'avvento e le potenzialità dell'informazione di massa, ma ben presto l'attenzione si è spostata sui media come elemento e soggetto del sistema politico nonché come sistema di notizie e sistema industriale. Negli anni '90 infine si è diffuso il concetto di "media malaise", che considera la comunicazione politica prodotta dai media come elemento decisivo per comprendere l'odierna crisi di rappresentatività dei sistemi politici.

Pippa Norris1 analizza il media malaise e lo definisce sulla base del suo allontanamento dal tipo ideale di news media e dall'analisi delle tendenze strutturali nella comunicazione politica secondo tre direttrici. Innanzitutto, per l'evoluzione degli strumenti della comunicazione politica a fronte dei cambiamenti tecnologici dagli anni '50 ad oggi. Vengono esaminati i giornali, la TV ed il Web, con particolare riferimento alla struttura della cosiddetta news industry. Inoltre studia l'evoluzione del political campaign secondo le fasi premoderne, moderna e postmoderna. Infine approfondisce la situazione attuale secondo le affinità e le divergenze col passato.

Norris sostiene, inoltre, che è in atto un processo di settorializzazione del consumo secondo reddito, età, cultura; una prospettiva di diversificazione dell'offerta contro il concetto dominante di infotainment. Non ritiene ad esempio che l'esplosione delle reti commerciali, dell'inizio degli anni '80, abbia creato un processo irreversibile di "tabloizzazione" delle trasmissioni; le cosiddette soft news sono fruite da utenti che non consumavano informazione nell'epoca precedente, caratterizzata da un'offerta pubblica standardizzata. Inoltre considera Internet fondamentale nel superamento della distanza tra il partito ed il cittadino, filtrato dalla TV e pianificato lontano dalla base.

La Rete, con le sue potenzialità orizzontali, riporta la propaganda al locale, mantenendo l'alto grado di coordinamento che aveva contraddistinto la fase precedente. Per Norris, quindi, non si è verificato un indebolimento del partito, ma un'evoluzione del suo ruolo e della sua struttura, meno dipendente dagli iscritti e più burocratizzato.
Il cittadino elettore nel modello comunicativo tradizionale è comunemente visto come il "destinatario" della comunicazione prodotta dal sistema politico e dal sistema dei media.
Gli effetti a cui è esposto riguardano, quindi, tutti i processi della comunicazione politica: dalla varie fasi della socializzazione alla conoscenza e partecipazione alla vita politica, dai meccanismi di formazione delle scelte di voto alle dinamiche dell'opinione pubblica.

Note:
1 Political Communications in Postindustrial Societies, Cambridge University Press, Cambridge, 2000.

Annalisa Bertola
Articolo tratto dalla tesi La comunicazione politica e l'informazione-spettacolo