La situazione della distribuzione commerciale nel vecchio continente oggi si pone di fronte alla questione se accentrare in centri regionali esterni alla città le funzioni commerciali, rischiando di impoverire la vitalità economica e sociale del centro urbano, o tentare di razionalizzare la distribuzione interna al nucleo urbano, con una politica di trasporti pubblici più efficienti e la riqualificazione e riconversione di edifici o fabbriche in disuso da adibire a centro commerciale urbano.
In Germania c'è stato un atteggiamento molto critico nei confronti degli shopping center urbani, poiché la vita urbana e le strade correvano il rischio di essere svuotate:
[...] ogni città, strutturalmente ben ordinata, richiede un centro vivo e dinamico, che in effetti viene reso attivo e palpitante proprio dal movimento dei negozi.(Gatz K., Negozi moderni. Negozi, grandi magazzini, centri di vendita, 1967, Celi, Bologna, p. 43).

I progettisti tedeschi hanno perciò sviluppato molto l'idea dell'area pedonale, e della via commerciale coperta, contemperando così la tutela del centro storico e le attività commerciali preesistenti (un atteggiamento simile ha condizionato anche in Italia lo sviluppo degli shopping centers).
Già in un libro del 1979, l'urbanista Giorgio Gentili faceva una analisi della natura delle vie interne ai nuclei urbani, distinguendo la strada-canale dalla strada-mercato (AA.VV., Storia del commercio italiano, 1978, Etas, Milano). Mentre la strada canale, come si può ben intuire, è un supporto per i flussi urbani, e collega i vari punti nello spazio urbano, la strada-mercato, si distingue in tre tipologie:

- la strada commerciale del mercato ambulante, è una zona della città che viene periodicamente adibita a commercio di beni; questa tipologia è molto spontanea e radicata nella vita del quartiere sebbene abbia dei vincoli temporali;
- la strada commerciale di vicinato, invece è quell'insieme di negozi posti al pian terreno e che si affacciano sulla strada, che hanno una clientela locale fissa, e che non conducono politiche rilevanti di ampliamento del bacino di utenza;
- le strade commerciali primarie, infine sono quelle che di solito si trovano nei centri storici o al centro dei quartieri più importanti, e spesso si organizzano in associazioni commerciali che li rendono simili a centri commerciali. La clientela giunge anche dall'esterno della città e la strada si caratterizza per la presenza dei negozi più che per la funzione viaria. Tuttavia le strade commerciali primarie sono ormai soffocate dal traffico automobilistico tanto che vengono a mancare i presupposti di comfort e praticabilità delle passeggiate e dello shopping. A tal fine alcune politiche urbanistiche hanno tentato di favorire la pedonalizzazione delle zone centrali.

L'isola pedonale è un espediente tipicamente europeo, che tende a favorire la passeggiata, lo shopping e il godimento dei centri storici, e consiste in una zona della città interdetta al traffico automobilistico, e dove il cittadino si può riappropriare della strada. L'isola pedonale, sebbene favorisca i negozi del centro, tuttavia produce una congestione del traffico nelle zone limitrofe, tanto da rendere inefficace su lungo periodo la soluzione. In alcune zone, il centro urbano viene in effetti progettato in modo da escludere il traffico automobilistico, e questo permette la creazione di vie commerciali, ma nel caso di pregresse situazioni viarie, che spesso sono un punto di passaggio obbligato per la circolazione urbana, l'isola pedonale viene istituita solo in giorni festivi e per brevi periodi di tempo.

Le politiche delle maggiori nazioni europee hanno dato diverse risposte al dilemma decentramento o centro storico: l'Inghilterra, come abbiamo visto, ha favorito la creazione di nuove città autosufficienti commercialmente con l'obiettivo di invertire la crescita metropolitana; la Germania ha voluto tutelare i negozi del centro promuovendo soluzioni ad hoc: riqualificazioni dei centri urbani, sviluppo delle linee metropolitane, riconversioni di edifici in disuso in centri commerciali urbani, e anche la costruzioni di alcuni grandi centri regionali in determinate zone del paese; la Francia, che aveva un grande tradizione di grandi magazzini, si è trovata a sviluppare enormemente la grande distribuzione con delle conseguenze negative sulla viabilità e sulla conurbazione.

La carenza di spazi e la densa urbanizzazione delle città europee ha portato le amministrazioni locali a privilegiare la conversione d'uso di luoghi centrali che avevano perso la loro funzione. Soprattutto nel caso di vecchi mercati cittadini, ormai superati dalla moderna distribuzione, si è provveduto a costruire centri commerciali polifunzionali come nel caso del Covent Garden Market di Londra. Questo shopping center nasce all'interno della vecchia struttura del centralissimo mercato generale londinese, che risaliva al 1828. In quell'anno infatti veniva costruito il market building per andare a risolvere i problemi igienici che comportava la presenza nella stessa area fin dal 1600 prima di un mercato ambulante e poi di uno stabile con box in legno. La vecchia struttura in ferro e in vetro, realizzata su progetto di Charles Parker, è stata valorizzata dai progettisti che hanno creato un centro commerciale-turistico di grande attrazione che è solo il primo passo per una ristrutturazione dell'intero quartiere.
In realtà i primi progetti non avrebbero affatto valorizzato la centralità sociale del mercato, che doveva essere addirittura demolito; solo la presa di posizione dell'opinione pubblica indirizzo la scelta verso i progetti di riqualificazione urbana e la costruzione di una grande area commerciale e paracommerciale. Il successo di questo centro commerciale sta nel fatto che esso viene vissuto come piazza, proprio perché la riqualificazione edilizia ha favorito le potenzialità sociali di questo spazio urbano in una logica di continuità con il preesistente mercato cittadino.

In Germania la stessa operazione è stata fatta addirittura ristrutturando vecchie caserme del periodo della dominazione francese (Galerie Kleiner Markt a Saarlouis), valorizzando sia l'aspetto storico sia quello di ammodernamento delle strutture distributive.
Si può dunque notare che la tendenza delle politiche degli insediamenti commerciali in Europa tenda a tutelare il centro promuovendo shopping center urbani, magari inseriti in un contesto di isola pedonale.


Articolo tratto dalla tesi di Giuseppe De Blasio, I luoghi del commercio - Una analisi antropologica degli shopping center.