La questione dell’intercultura, come scrive Silva (2002), riguarda tutti gli ambiti della cultura e non certamente solo il mondo della scuola, anche se quest’ultima vi è maggiormente coinvolta a causa dell’eterogeneità linguistica e culturale degli allievi che caratterizza ormai tutte le fasce della scuola italiana, ma che si presenta in misura assai rilevante nella scuola dell’infanzia e dell’obbligo.

Un’importante posizione è ricoperta, quindi, dalla scuola il cui ruolo è duplice: non solo deve sapere accogliere e inserire nella società i bambini che arrivano da paesi diversi, ma deve saper farli crescere in una prospettiva interculturale, deve formarli rendendoli cittadini non solo del Paese che li accoglie non solo europei, ma veri e propri “cittadini del mondo”*.

La scuola fa da “cartina tornasole” dell’efficacia dei modelli di integrazione adottati: l’alta concentrazione in alcune “zone-ghetto” delle grandi città, le alte percentuali di abbandono scolastico tra le file degli immigrati, la bassa frequenza, hanno fatto in modo che la scuola si interroghi sulla politica da adottare per arginare queste problematiche**.

In base ai dati resi noti nel volume annuale “Alunni con cittadinanza non italiana. Scuole statali e non statali” (giugno 2002), si evidenzia che nel nostro Paese gli studenti non italiani (181.767 nell’a.s. 2001-2002) mostrano un tasso di incremento annuo (+ 23,3% rispetto all’a.s. 2000-2001, quando erano oltre 147.000 con un’incidenza media sul totale della popolazione scolastica dell’1,8%) che conferma un aumento notevole della loro presenza.
Si rileva, a questo proposito, che negli ultimi cinque anni scolastici gli alunni stranieri sono più che triplicati (nell’a.s. 1996-1997 erano solo 57.600), mentre in meno di venti anni la loro consistenza numerica è aumentata praticamente di trenta volte (nell’a.s. 1983-1984 erano 6.104, in altre parole meno dello 0,1% degli scolari nel nostro paese).

Il “Dossier Statistico Immigrazione 2003”, oltre a fornire i numeri di presenza degli alunni stranieri, indica i paesi di provenienza e i continenti d'origine degli alunni stranieri che negli ultimi anni si sono stabilizzati nel nostro paese.
Gli allievi stranieri che provengono dal Vecchio Continente sono il 44,3% (80.622), sono originari per circa due quinti (41,6%, pari a 75.693 unità) da Paesi esterni all’Unione Europea e per appena il 2,7% (4.929) dagli Stati UE.

Nel primo caso per i paesi esterni all’Unione Europea, è l’area balcanica a essere rappresentata maggiormente, delle prime sei nazionalità più numerose tra i banchi di scuola ben tre trovano collocazione in questa zona geografica: si tratta, nell’ordine, dell’Albania, (nell’a.s. 2001-2002 gli iscritti nella scuola italiana conta 17,8% pari a 32.268 alunni), dell’ex-Jugoslavia (iscritti 10,2% pari a 18.577 alunni) e della Romania (iscritti 8.804 pari al 4,8%).

La seconda area più presente nelle nostre aule scolastiche italiane è quella africana dalla quale provengono quasi i tre decimi (28,4%, pari a 51.681 individui) di tutti gli alunni stranieri.
La nazionalità più rappresentata è quella marocchina, che con 28.072 scolari, pari al 15,4% di tutto il corpo studentesco immigrato in Italia, copre oltre la metà di tutti gli iscritti africani.
Con 27.374 iscritti, pari al 15,1% di tutti gli alunni non italiani, l’Asia si presenta come la terza area coinvolta nel sistema scolastico italiano; in questo caso occorre rilevare che oltre un terzo (35,8%) degli alunni asiatici in Italia è cinese.
Questa nazionalità è la più rappresentativa, in termini di consistenza numerica, del continente in questione e, in assoluto, è la quarta più numerosa tra tutti i gruppi esteri che frequentano le aule scolastiche (con 9.975 iscritti, essa copre il 5,4% dell’intera presenza scolastica straniera in Italia).

Seguono un gruppo di allievi di nazionalità facenti parte, nel passato, dell’Unione Sovietica e attualmente riconducibili a Stati indipendenti dell’Asia (si tratta di Armenia, Azerbaigian, Georgia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmeistan e Uzbekistan): questa area con 4.871 alunni totalizza il 2,7% di tutte le presenze straniere nella scuola italiana.
Il continente americano, di cui è originario il 12% di tutti alunni non italiani (si tratta di 21.825), costituisce la quarta area di provenienza numerica più consistente all’interno della scuola italiana: essa precede solo gli alunni originari dell’Oceania e gli apolidi che, considerati insieme, coprono appena lo 0,1% dell’intero corpo studentesco straniero del Paese (265 alunni).



* Santerini M. Cittadini del mondo, educazione alle relazioni interculturali. La Scuola,
Brescia 1994
** Zingone G. Secondo rapporto sull’integrazione degli immigrati in Italia. Il Mulino,
Bologna 2001



Estratto della tesi di Elisabetta Pascut Scuola e famiglia. Immigrazione e accoglienza.