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Il ritorno di Berlusconi
L'elezioni del 2008 hanno costituito una svolta. Nessun candidato di Rc in Parlamento. Uno scostamento di 4 milioni di voti tra i due schieramenti. Il volume di ITANES indaga le ragioni del cambiamento attraverso accurate analisi statistiche

[11/12/2008]

a cura di Manuel Antonini

Il fenomeno politico e mediatico di Berlusconi costituirà a lungo per la comunicazione politica un caso da studiare. La sua capacità, amata o avversata, di catturare la fiducia degli elettori è senza dubbio riflesso di doti comunicative particolarmente al tempo con la mediatizzazione e la personalizzazione della politica. Se poi l'una dipende dall'altra o viceversa, se sia nato prima il fenomeno politico mediatico in Italia o Berlusconi sono virtuosismi da intellettuali che poco aggiungono in un contesto globale dove ormai tutte le elezioni si giocano attraverso i media.

L'abilità berlusconiana di raccogliere consensi è uno dei temi centrali nei diversi libri scritti sulle elezioni politiche italiane più recenti, cercando ognuno di indagare le ragioni che hanno portato i vincitori alla vittoria e i vinti alla sconfitta, spesso a partire da considerazioni attorno alla comunicazione dei due schieramenti. Anche le elezioni del 2008 non transigono da questa messe di ricerche statistiche e studi. L'Associazione ITANES (Italian National Elections Studies), che svolge ormai da anni un programma pluriennale di ricerca sul comportamento elettorale e le opinioni politiche degli italiani, ha da poco dato alle stampe il volume Il ritorno di Berlusconi. Vincitori e vinti nelle elezioni del 2008 dove stavolta l'analisi statistica conduce a una considerazione teorica interessante: le ultime elezioni politiche, sostiene infatti l'associazione, rappresentano una svolta rispetto alle precedenti.

E bastano tre dati a confermarlo.
Primo: nel 2006 sono entrati alla Camera gli eletti di 15 liste, nel 2008 quelli di 9 liste.
Secondo: nel 2006 sedevano in Parlamento 72 deputati di Rifondazione comunista, Comunisti italiani e Verdi; oggi non ce n'è nessuno, come non c'è nessun eletto in partiti che si richiamino alla tradizione socialista.
Terzo: nel 2006 le due aree politiche che si sono date battaglia con alterne vicende dal 1996 in poi erano alla pari quanto a voti validi, nel 2008 c'è stato un divario di oltre 4 milioni di voti.

Comprensibile allora, dopo tanto sconvolgimento, la grande confusione sotto il cielo, soprattutto, degli sconfitti. Per indagare meglio le ragioni di questo cambiamento - non riconducibili solo all'ars mediatica del nuovo Primo Ministro - il volume cerca risposte, sulla base di una vasta indagine campionaria condotta subito dopo il voto, ad una serie di domande fondamentali: che ruolo hanno avuto delusione e astensionismo? Quali sono stati i flussi dello spostamento a destra? Chi è stato premiato dall'appello al "voto utile"? In che modo ha pesato la questione cattolica? E il problema dell'insicurezza? Quanto hanno contato Silvio e Walter? Si è trattato solo di un referendum sul governo Prodi?

Un libro utile, insomma, per comprendere lo spostamento a destra dell'elettorato italiano e il ritorno da vincitore del partito di Silvio Berlusconi, cercando le ragioni in una pluralità di aspetti ed evitando le facili conclusioni se sia stata la destra ad aver vinto o la sinistra ad avere perso.

Il ritorno di Berlusconi. Vincitori e vinti nelle elezioni del 2008
ITANES
Ed. Il Mulino
pp. 224, € 14,00
2008


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