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Giustizia, aiuto materiale e sud del mondo
Attribuire a un essere umano un livello di vita meramente animale, un livello di vita in cui le facoltà tipicamente umane di scelta e di socialità sono completamente svuotate, è immorale e inammissibile. Redensione del nuovo libro di Martha Nussbaum

[10/11/2008]

a cura di Manuel Antonini

Aprile 1994: in Rwanda si andava consumando una tragedia. Poco meno di 1 milione di morti in 100 giorni trasmessi distrattamente dalle televisioni del mondo.

Sud est asiatico: Natale 2004. Una gigantesca onda porta la distruzione per milioni di vite umane.

Sudan: regione del Darfur, un sotterraneo stillicidio di morte per combattere su quel poco di acqua che è rimasta. Ancora una volta le televisioni sono lì a raccontarcelo, seppure senza troppa convinzione.

Poi, Repubblica democratica del Congo, Goma, capitale della regione confinante con il Rwanda: un generale e un presidente a farsi la guerra, una popolazione civile costretta a sfollare e ad ammassarsi in qualche metro quadro di terra senza acqua, cibo, istruzione…

E infine, la privazione quotidiana combattuta da quasi la metà della popolazione mondiale nel mondo, spesso nel sud del mondo: quella privazione che non permette alle persone di compiere quelle scelte e di realizzare quelle capacità che la storia ha deciso essere lo sviluppo della dignità umana.

E l'altra metà pur sapendo…

Qualche sociologo sosteneva che la vera conoscenza porta sempre a un'assunzione di nuove responsabilità; altri, invece, che la televisione portandoci nei luoghi della sofferenza amplia il nostro orizzonte morale, il nostro universo degli obblighi.
Eppure non sempre è così, non sempre di fronte a quelle tragedie ci sentiamo spinti da un obbligo morale ad agire…

Martha C. Nussbaum, nel suo Giustizia e aiuto materiale si domanda allora perché di fronte alla distribuzione diseguale dei beni fondamentali e alle sue cause l'altra metà della popolazione – nonostante avverta con forza gli obblighi morali che la legano a chi le è più vicino e più caro – esiti a sentire con la stessa intensità il dovere di fornire aiuto materiale a coloro che ne avrebbero maggior bisogno, uomini e donne lontani ed estranei, ai quali si offre assistenza e sostegno solo quando ciò non comporta eccessivi sacrifici.

All'interno di una tradizione di pensiero che rintraccia le sue origini nella storia della filosofia, Martha Nussbaum esplora, dunque, le ragioni profonde di questa attitudine intrecciando con quel pensiero un confronto serrato, respingendo la falsa dicotomia fra l'amore verso il prossimo e l'amore verso l'umanità. Un dialogo interessante che dimentica però come la responsabilità non si declini solo in aiuto materiale, ma anche nell'interrogarsi sulle cause che influiscono a mantenere saldo quel sistema di distribuzione diseguale; cause che qualche volta ci riguardano direttamente.

Giustizia e aiuto materiale
Martha C. Nussbaum
Ed. Il Mulino
pp. 112, € 9,00
2008
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