Home Sociologia
Home Sociologia
Pagina 1 di 2
I video della campagna elettorale americana

In un mondo mediatizzato e in una politica votata al marketing, il ruolo dell'immagine è fondamentale.
L'immagine è lo stereotipo di un avvenimento o della persona che rappresenta. Un semplice fotogramma ha l'onore e l'onere di dover spiegare spesso la complessità del mondo che identifica o i vari aspetti del carattere di una persona.
Come accade per le confezioni degli articoli che noi acquistiamo al supermercato,che sono ben curate ed accattivanti, anche in politica la "confezione" deve esser messa in risalto. In politica la confezione nient'altro è che l'aspetto esteriore del candidato e l'immagine che esso sa dare di sé. Ma la questione è in questo campo ben più complicata.

Trattandosi di immagini di personaggi "viventi" e "pensanti" rivolte a persone anch'esse "viventi" e "pensanti", ciò che devono saper esprimere va ben oltre l'essere accattivante. Le foto e i video devono essere credibili, devono dimostrare che il soggetto "sappia fare" e "possa fare" ciò che dice di voler fare. Devono essere immagini che mostrano complicità col pubblico, devono parlare attraverso il frame giusto.
Ma tutto questo non basta, un'immagine deve esprimere anche affidabilità. Il soggetto rappresentato deve far emergere la propria "voglia di fare", magari mostrandosi mentre si "rimbocca le maniche" e aiuta qualcuno nel proprio lavoro.
Spesso risulta utile anche colpire l'avversario "smontando" il mondo che si è andato a creare e deridendolo magari accostandolo a personaggi buffi o "particolari".

Si comprende allora come anche l'aspetto "visivo" della comunicazione politica sia complicato.
Nella campagna elettorale 2008, sono numerosi gli spot elettorali dell'uno e dell'altro candidato. I repubblicani si sono concentrati soprattutto nel pubblicare video che definissero i caratteri peculiari di Obama, evidenziando soprattutto la sua intenzione di aumentare le tasse e la mancanza d'esperienza per governare una grande nazione come gli Stati Uniti.
La campagna di Obama ha voluto soprattutto enfatizzare i valori nei quali il mondo democratico crede e ha dato molto spazio agli spot diretti alla "middleclass", limitando, ma non eliminando, gli attacchi all'avversario.

Mi soffermerò ora sull'analisi di alcuni spot elettorali, trasmessi negli ultimi mesi in tv o su internet, per spiegare, in concreto, come funziona il "mondo" del quale ho parlato.

Spot elettorali di John McCain

"Man in the arena", McCain 2008
La passione di McCain per Roosevelt è cosa nota. Il primo spot elettorale, nato durante la corsa per le primarie, inizia proprio con una citazione dell'ex presidente statunitense: "The time has come, John Mc Cain is the Man in the Arena", cioè l'ora è scoccata, John McCain è l'uomo nell'arena. Il termine arena ci riporta subito alla mente un luogo sanguinoso, nel quale combattere la guerra. Segue una citazione d'archivio con la viva voce di Winston Churchill che dice in tempo di guerra: "We shall never surrender!" (Non ci arrenderemo mai!).
Anche questa è una citazione colta che si rifà al 4 Giugno 1940 quando, dopo l'invasione nazista del Belgio e il ritiro dell'esercito inglese da Dunkerque, Churchill si appella alla camera dei Comuni per mobilitare l'intervento Usa. Con quelle parole, il politico inglese mobilitò la nazione alla riscossa, parlando del bene contro il male, e galvanizzò il proprio popolo che si sentì direttamente chiamato in causa da un discorso semplice e sincero.

Nella prima parte del video, Mc Cain vuole sfruttare questi rimandi storici per spingere il popolo Usa a sentirsi protagonisti della politica, ad entrare in "battaglia" ed a "combattere" attraverso la giusta scelta elettorale. Le sue parole che seguono sottolineano ancora di più quanto appena detto, perché richiamano la nazione all'unità ed al coraggio. Per far arrivare il messaggio, le immagini sono di grande utilità. Mentre si odono le parole, il video storico di Churchill che pronuncia il proprio discorso si intervalla con delle foto del cielo con le nuvole chiare (sembra quasi di stare in paradiso) e dell'universo stellato. Sono immagini che accendono immediatamente la sfera emotiva del cervello umano. Il paradiso è il simbolo del bene per eccellenza e l'universo stellato si ricollega all'importanza e alla forza della nazione americana che deve vigilare sul Mondo.
Mentre si sente la voce di McCain, le immagini cambiano. Sullo sfondo rimane sempre la Casa Bianca, traguardo sperato dal repubblicano, e una strada attraversata velocemente dalle automobili delle quali si vedono chiaramente solo i fari. Le auto che sfrecciano veloci sono il simbolo della modernità, del Mondo che cambia rapidamente, della necessità di stare al passo coi tempi. In primo piano, invece, scorrono delle immagini di McCain in mezzo alla gente comune, con dei soldati e con dei bambini.
A questo punto il discorso cambia, le nuvole paradisiache ci introducono il secondo messaggio.
Le parole di Roosevelt ricordano la propria passione politica e l'impegno messo al servizio del paese, sottolineato dalle immagini in bianco e nero del presidente mentre parla alla folla. Seguono subito dopo immagini di McCain, anch'esse senza colori, anticipate dalla scritta ready! (pronto). Il repubblicano parla delle proprie capacità, dell'impegno che metterà, dell'amore che lo lega alla patria. E anche qui le immagini ci fanno vedere un McCain che sorride (sullo sfondo sempre la Casa Bianca e le auto che sfrecciano) e successivamente un giovane ragazzo, lo stesso candidato repubblicano, arruolato nell'esercito che serve la propria nazione.
Tra tutte queste immagini ne spicca una, la Statua della Libertà che richiama al senso di appartenenza alla patria.

L'ultimo discorso del video è quello di Churchill quando dice di "non arrendersi mai", in nessuna situazione, di esser forti e di aver buon senso. Un discorso che si intreccia con le foto di McCain e dei prigionieri di guerra in Vietnam, momento in cui il candidato repubblicano ha mostrato la propria forza e il proprio coraggio. Dote necessaria in un presidente.

Ed è proprio ora che il video introduce la questione della leadership. Mentre McCain parla del futuro e di come dovrà e potrà "fare", le immagini cambiano completamente. I protagonisti sono ora dei bambini. Bambini di razze diverse con la bandiera americana in mano o in mezzo ai fiori. Bambini che sono il simbolo del futuro, che sono l'America del domani, che vengono in contro al telespettatore per fargli capire che McCain sarà il più adatto per gestire al meglio il futuro del paese.
Questo è sicuramente uno spot ben riuscito dove i collegamenti tra i vari simboli, storici e moderni e "cosmici", riescono a suscitare emozione nello spettatore. Il messaggio arriva diretto alla sfera "emotiva" del cervello umano e ci arriva senza parlare minimente di programmi elettorali o future intenzioni di azione politica. Niente di tutto questo. Il futuro è rappresentato solo dal Mondo in movimento e dai bambini, nient'altro. E' l'immagine il vero messaggio politico.

Fight, McCain 2008
Se lo spot elettorale precedente è un esempio positivo del far politica attraverso il video, questo spot è l'esempio opposto.
Protagonista unico è John McCain, seduto nel salotto di una qualsiasi casa statunitense. Il candidato repubblicano esordisce dicendo: "The last eight years haven't worked very well, have they? I'll make the next four better".
In pratica ammette che l'amministrazione Bush, del quale lui dovrebbe essere l'erede, è stata negativa. Ammette che il problema più grande riguarda l'enorme spesa del governo federale di Washington (ancora colpa dell'amministrazione Bush).
McCain introduce le soluzioni che apporterà per rimediare al problema, ma commette altri due errori. Il primo si riscontra in queste parole: "We need a new direction, and I have a plan". Parla della necessità di cambiare direzione, parla di un nuovo piano politico da seguire. La parola "nuovo" richiama ovviamente a qualcosa di diverso dall'attuale e un qualcosa di politicamente diverso riporta alla necessità di cambiare schieramento politico.

Il secondo errore si ritrova nella frase: "Stand up with me. Let's fight for America". L'America è chiamata ora a rialzarsi e a combattere, ancora una volta suscita nel popolo l'idea che fino ad ora la nazione non sia stata attiva nella politica e che non abbia combattuto nessuna "guerra" restando in balia degli eventi esterni.

Cercando di dissociarsi dalla politica attuata dal presidente Bush, McCain finisce per favorire l'immagine e il messaggio del proprio avversario, che appare come il vero candidato ad attuare una politica diversa.

Dr. No, McCain 2008
Questo spot è un esempio di come la critica dell'avversario possa riuscire. Anche in questo caso non conta tanto il messaggio politico che viene espresso, quanto piuttosto il modo col quale si mette in "ridicolo" l'avversario.
Lo spot repubblicano riprende il film "Dr. No"(in Italia è "007 licenza di uccidere") di Terence Young. Su uno sfondo colorato e in continuo cambiamento in stile "cartoons", la faccia di Barack Obama viene associata a delle frasi che indicano come il democratico si opponga a molte azioni politiche.
Il messaggio arriva al pubblico perché semplice e soprattutto molto ironico. Ironia che smorza i toni e placa sul nascere ogni probabile accenno di polemica. In un mondo americano amante del cinema, l'accostamento con un film di grande successo amplifica il messaggio.


    1 Successiva
ARTICOLI AUTORI LIBRI DOSSIER INTERVISTE TESI GLOSSARIO PROFESSIONI LINK CATEGORIE NEWS Home

Skype Me™! Tesionline Srl P.IVA 01096380116   |   Pubblicità   |   Privacy