Sociologo inglese di origine ebraico-polacca, rappresenta ad oggi uno degli esponenti di primo piano della sociologia contemporanea.

Dopo anni di studio passati ad analizzare la stratificazione sociale, il movimento dei lavoratori e il ruolo degli intellettuali nel mondo moderno, negli anni '80 Bauman sposta la sua attenzione verso temi di carattere più generale e raggiunge una diffusa notorietà attraverso un lavoro, “Modernità e Olocausto”, corrosivo di molti assunti della sociologia tradizionale: dall'idea di progresso materiale al rapporto tra etica e morale.

In “Modernità e Olocausto”, infatti, egli pone in relazione le caratteristiche della società moderna (l’organizzazione burocratica, la razionalità strumentale e i suoi criteri, la fede nel progresso scientifico e l’esasperazione del controllo sociale) con l’esplosione di violenza organizzata che portò al genocidio ebraico durante la seconda guerra mondiale.

Il punto centrale della sua tesi è che la società moderna contiene nei suoi sviluppi anche la possibilità di produrre e legittimare lo sterminio.In altre parole, secondo Bauman l’olocausto non rappresentò una distorsione nel cammino lineare della società moderna lungo il progresso e la civilizzazione, bensì l’espressione della stessa applicata verso la fabbricazione della morte.

Oltre a mettere in questione le grandi narrazioni moderne, Bauman critica anche la visione morale della sociologia tradizionale ispiratasi ai lavori di Durkheim: egli non crede che la società in quanto forza morale venga prima degli individui, ma, al contrario, siano gli individui in quanto esseri morali a dar vita al sistema sociale.

Nei suoi studi successivi sulla morale giunge anche a definire un'etica della post-modernità: sulla scia del pensiero di Levinas, egli sostiene che il percorso storico abbia portato l'individuo a spogliarsi delle illusioni moderne ereditate dalle filosofie del XVIII e XIX secolo riguardo ad una morale razionale e universale, per riappropriarsi nell'era post-moderna di una morale centrata sull'individuo, irrazionale e riassunta nella responsabilità verso l'altro come dono incondizionato.

Sul finire degli anni ’90, ha poi ampliato il suo studio della società contemporanea, con l'analisi dei suoi aspetti e delle sue tendenze dominanti. Molto nota è la sua definizione di società liquida in riferimento agli attuali sistemi sociali e alle loro dinamiche tese a privilegiare valori quali la flessibilità, l'incertezza, l’immagine, la ricostruzione incessante delle identità sulle scelte del consumo e la fragilità dei legami sociali.

Ha proposto altresì un’analisi interessante del rapporto tra nuove povertà e consumismo (nella quale sottolinea la tendenza contemporanea a criminalizzare la povertà), delle disuguaglianze sociali in relazione ai processi di globalizzazione (dove ritiene che il punto centrale del disagio contemporaneo stia nel dover ricercare soluzioni individuali a problemi di portata globale) e della costruzione dell'identità nel mondo post-moderno.

Tra le opere di Bauman più significative: Modernità e Olocaustot (1989), Le sfide dell'etica (1993),Lavoro, consumismo e nuove povertà (1998), Modernità liquida (2000), La società individualizzata (2001), Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi (2003), Vita liquida (2005), Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone (2007).