Già dalla scelta lessicale dell'espressione comunità virtuale, sorgono alcune difficoltà di definizione, questo perché è formata da due parole che, prese singolarmente, veicolano significati ad un primo sguardo inappropriati a descriverne il concetto. Difatti, sia il termine comunità, sia virtualità, necessitano di alcuni chiarimenti prima di essere utilizzati.

Parlare di comunità vuol dire usare un termine che ha una lunga storia nella tradizione sociologica. Nel 1887, il sociologo tedesco Tönnies definì la gemeinshaft (comunità), in opposizione a gesellshaft (società), come la collettività organizzata su modelli comunitari, caratterizzata da relazioni sociali dense, principalmente legami di parentela e di vicinato. È evidente che si tratta di un concetto intrinsecamente legato alla convivenza su base territoriale definita, in cui si sviluppano relazioni sociali intense tra pochi soggetti.
Già con Durkheim venne meno il collegamento tra comunità e territorio. Il sociologo francese definì la comunità come una formazione simbolica, caratterizzata da un complesso di credenze e riti, più che dalla prossimità fisica.

Per Heller e collaboratori, la comunità può essere individuata da un particolare luogo geografico oppure da una rete di relazioni fonte di stima, amicizia e sostegno tangibile.
Nell'assetto sociale contemporaneo, segnato dal progressivo allentamento dei rapporti familiari e di vicinato, dall'ampliarsi di nuovi legami deboli, appare sempre più evidente che la comunità è un fenomeno relazionale, prima che territoriale. Dall'interpretazione della comunità come luogo si passa alla comunità come simbolo. Secondo la visione dell'interazionismo simbolico, sono i membri a dare significato al concetto di comunità, con il loro sentirsi tale, il costruire insieme cultura, regole, miti, e con il senso d'appartenenza che ne designa il nucleo identitario.
Lo stesso aggettivo virtuale non soddisfa pienamente come descrittivo del fenomeno, perché evoca il significato di non-reale. Nel linguaggio comune è, infatti, contrapposto a ciò che esiste realmente, il richiamo alla virtualità rischia, così, di essere interpretato come contrapposizione delle comunità telematiche ai gruppi che si basano su relazioni faccia a faccia, dando alle prime un'accezione di rapporti fittizi e irreali.

Ciò che noi intendiamo per virtuale è, invece, il contesto in cui avvengono i contatti tra le persone che interagiscono attraverso le reti telematiche: una sorta di luogo immaginario, non fisico, ma non per questo meno reale.
Comunità virtuale è dunque un costrutto culturale che emerge sia dalla conoscenza accumulata riguardo al concetto di comunità, sia dalla nostra osservazione delle sue manifestazioni nel ciberspazio.

Cristina Lombardo
Articolo tratto dalla tesi Oltre lo schermo. Uno studio sulle relazioni sociali nelle comunità virtuali di gioco di ruolo online