Non più tardi di qualche decennio fa, Mark Granovetter, noto sociologo americano, in uno dei suoi libri assicurava come nella ricerca di un lavoro qualificato a contare maggiormente fossero i networks (le reti) sociali deboli, ossia quell'insieme di conoscenze superficiali che permettono all'individuo di ottenere maggiori informazioni e attivare differenti risorse.
Oggi la Microsoft sostiene che le reti sociali funzionano anche per la pubblicità. In un'indagine condotta su una fascia di utenti di social networks, la Microsoft Digital Advertising Solutions consiglia infatti agli inserzionisti di dirigere i propri sforzi promozionali al passaparola sui social networks. In sostanza più le persone che frequentano spazi di comunità virtuale online parlano dei vostri prodotti o del vostro marchio, più gli utili aumenteranno. Questa è la conclusione alla quale è giunta la divisione pubblicitaria di Microsoft, la quale fornisce anche un insieme di regole da adottare per avere un sicuro successo.
Resta solo un punto da capire: Granovetter riconosceva che quanto le reti deboli costituivano un vantaggio in termini di risorse, allo stesso modo esse minacciavano il senso di identità dell'individuo. Insomma, non vorremmo che tra qualche anno le imprese soffrissero di crisi di identità.

È possibile consultare l'indagine alla pagina web seguente:
http://advertising.microsoft.com