Comunicazione: con questo termine ci si riferisce al passaggio di informazioni tra più soggetti contemporaneamente. Si tratta dunque di un'attività che implica un certo grado di cooperazione. Mediante tale attività, infatti, si creano relazioni, si stabilisce l'appartenenza a un gruppo, a una società, a una comunità. Lo stretto legame tra comunicazione e comunità, ossia tra scambio linguistico e organizzazione sociale, oltre ad essere stato sottolineato sin dalle origini della cultura occidentale (per Aristotele l'uomo è un "animale dotato di linguaggio" e proprio perciò è un "animale politico"), è anche attestato dall'etimologia del termine (comunicazione deriva dal latino cum=con, e munire=legare, costruire; in latino communico=mettere in comune, far partecipe).

Proprio per questo essenziale aspetto partecipativo, o "comunitario", secondo alcune teorie non si può parlare di comunicazione là dove il flusso di segni e di informazioni sia unidirezionale. Se un soggetto può parlare a molti senza la necessità di ascoltare, siamo in presenza di una semplice trasmissione di segni o informazioni. Il feedback, o effetto di retroazione, riveste dunque un ruolo fondamentale nei processi comunicativi. In questa prospettiva si può sostenere che il senso dell'attività comunicativa sia indipendente dalle intenzioni originarie dei singoli partecipanti e risieda piuttosto nel suo risultato complessivo, irriducibile alla semplice sommatoria dei termini di partenza.

Il passaggio basilare da informazione a comunicazione si ha dunque quando, oltre alla trasmissione di dati puri (significati, nozioni, saperi,…), si mette in moto un processo relazionale che investe svariate componenti del nostro agire; in tale processo si assiste a una trasformazione evolutiva sia dei contenuti della comunicazione sia dei soggetti in essa coinvolti.

Le peculiarità della comunicazione politica

La comunicazione politica consiste nell'insieme dei processi di interazione tra gli elementi di un sistema politico e il suo ambiente e può definirsi come lo scambio e il confronto di contenuti di interesse pubblico prodotti dal sistema politico, dal sistema dei media e dal cittadino–elettore.

Tre sono dunque gli elementi che entrano a far parte di questo tipo di comunicazione: il sistema politico, cioè l'insieme delle istituzioni che costituiscono l'ossatura della vita politica di un Paese; il sistema dei mass media, ossia l'insieme delle istituzioni mediali che svolgono attività di produzione e distribuzione del sapere; il cittadino-elettore, non identificabile in una struttura organizzata ma potenziale elemento di gruppi, associazioni o comunità politiche. In base a questa definizione i mass media non coincidono con lo spazio pubblico, ma contribuiscono a crearlo: sono cioè uno dei tre attori in gioco nella comunicazione politica; attore che, per altro, ha soltanto oggi un peso determinante.
Nella comunicazione politica il flusso di informazioni si sviluppa su scambi pluridirezionali: tutti e tre gli attori in gioco creano veicolano e recepiscono messaggi dal contenuto di natura politica elaborato in varie forme.

Attualmente è difficile pensare alla politica senza fare riferimento ai mezzi di comunicazione di massa e alla loro influenza sui processi decisionali elettorali della popolazione. Dalla seconda metà del Novecento i mass media hanno sicuramente aumentato la possibilità per uomini politici di comunicare, di informare, di interloquire con i cittadini, con la possibilità, da parte di quest'ultimi, di avere a disposizione una quantità di informazione inimmaginabile solo poco tempo fa. La comunicazione politica è quindi certamente amplificata dai media, ma anche notevolmente condizionata da essi, tanto che diversi teorici della comunicazione considerano questi mezzi non come semplici mezzi neutri di conoscenza, bensì come meccanismi che possono venire controllati, modificando e selezionando il flusso di informazioni che arriva all'elettorato. In ambito politico infatti i soggetti selezionano e interpretano informazioni che sono già selezionate e rielaborate dai mass media.
Molti studi hanno messo in evidenza come le persone tendano a sottostimare l'influenza dei media nei propri confronti e a sovrastimare l'influenza nei confronti degli altri; questa situazione da parte degli psicologi della politica è chiamata effetto terza persona descritto per la prima volta da Davison nel 1983. L'effetto sarebbe causato dal forte bisogno psicologico di avere la percezione di un elevato controllo su ciò che capita nel mondo esterno.

Osvaldo Litterio
Articolo tratto dalla tesi Agorà Blog - L'evoluzione della comunicazione politica