La riflessione sulla razionalità del criminale, gli approcci delle routine activities e dei crime pattern, la teoria degli stili di vita, rientrano nella prospettiva della teoria delle opportunità criminali, che si basa su dieci principi:

1) Le opportunità hanno un ruolo nel causare il crimine.

2) Le opportunità criminali sono altamente specifiche. Una rapina in banca è diversa da una rapina alla stazione dei treni, ovvero ogni reato è specifico per quanto concerne il target e le modalità di attuazione, nonché in relazione alla remunerazione che ne deriva e alla finalità dell'azione: il criminale commette una specifica infrazione finalizzata ad uno specifico risultato. Allo stesso modo un ambiente può fornire opportunità per un certo tipo di reato, ma non per altri.

3) Le opportunità criminali sono concentrate nello spazio e nel tempo. Esse non sono distribuite equamente: certe persone e target generici sono più vittimizzabili di altri, ovvero alcuni luoghi non favoriscono la commissione di un reato, altri si rivelano essere aree di concentrazione degli atti criminali, i cosiddetti hot spots.

4) Le opportunità criminali sono connesse alle attività quotidiane. Alcuni aggressori possono prediligere situazioni affollate (ad esempio gli scippatori), altri situazioni con pochi individui (furti d'appartamento negli orari d'ufficio); il trasporto pubblico è utilizzato dai potenziali criminali per raggiungere luoghi conosciuti, familiari, e cercare target lungo il percorso o al capolinea; e così via.

5) Un crimine può produrre opportunità per un altro crimine. Si tratta dei cosiddetti "reati strumentali", azioni devianti commesse per creare opportunità per la commissione di un successivo crimine.

6) Alcuni prodotti possono fornire attrattiva criminale.

7) Le trasformazioni sociali e tecnologiche producono nuove opportunità criminali. I beni di consumo di massa passano attraverso un ciclo di vita in quattro fasi: innovazione, in cui il prodotto è nuovo e si rivolge ad un pubblico limitato, per tanto non è un target per crimini predatori; crescita, in cui si semplifica l'utilizzo e si riducono i costi di vendita, per cui cresce la domanda della popolazione e allo stesso modo aumentano i furti del prodotto; mercato di massa, quando la maggior parte della popolazione possiede il prodotto, che diviene così popolare e venduto su grande scala, nonché rubato sempre più spesso; infine la fase saturazione, quando chiunque desideri un esemplare del prodotto riesce a possederne uno, e quindi il numero di furti declina.

8) Il crimine può essere prevenuto riducendo le opportunità.

9) La riduzione delle opportunità solitamente non comporta displacement1.

10) Una riduzione mirata delle opportunità può generare significative diminuzioni del livello di criminalità e una diffusione dei benefici alle aree vicine. Un esempio interessante di diffusione dei benefici è quello relativo all'introduzione dell'obbligo del casco in Germania nel 1980: la necessità di essere equipaggiati per poter condurre le motociclette comportò una riduzione dei furti di motocicli, e costrinse gli aggressori a scegliere altri target, ma non si riscontrò un displacement dei furti rivolto a macchine o a biciclette.

La riflessione sul crimine basata sul concetto di opportunità è legata all'emergere dell'interesse teorico intorno alle condizioni ambientali in grado di spiegare i modelli di crimine. Il concetto di opportunità cominciò a essere sottoposto a maggiore scrutinio in relazione alle diverse dimensioni critiche emerse dalla letteratura dell'approccio delle attività di routine. Per quanto riguarda il target, è importante la sua "attrattività", che consta di diversi aspetti, e che non è la stessa per ogni offender.
Gli elementi critici di una situazione possono essere raggruppati nell'idea di "accessibilità", ovvero il complesso delle qualità fisiche dell'ambiente quali visibilità, facilità di accesso, mancanza di osservazione sulla scena, elemento riconducibile alla terza componente dell'evento criminale. La teoria delle opportunità cerca di configurarsi come una teoria "globale" della criminalità, tentando di ricostruire le interrelazioni tra la struttura sociale e le contingenze, l'ambiente fisico, i comportamenti delle potenziali vittime e dei potenziali autori. Lo sviluppo dei concetti di opportunità, attività di routine e razionalità hanno avuto un impatto pratico nell'approccio conosciuto come Situational Crime Prevention, che propone la modifica degli elementi situazionali, come la disponibilità degli obiettivi o il livello di sorveglianza, per ottenere un impatto significativo sulla produzione di opportunità criminali.


Note
1 Il concetto di displacement è maturato nell'ambito della "prevenzione situazionale del crimine" e indica lo spostamento (letteralmente "spiazzamento") dell'attività criminale da un'area in cui siano state modificate le condizioni e le opportunità, ad un'altra sulla quale non si sia ancora intervenuti, secondo una logica razionale di calcolo costi-benefici da parte del criminale; rappresenta una delle principali critiche agli approcci della situational crime prevention e della crime prevention through environmental design.

Giovanni Marco Celia

Articolo tratto dalla tesi Prevenzione della criminalità attraverso il disegno urbano. Valutazione del rischio criminalità e proposte di intervento per un quartiere di Trento.