Abraham Maslow, psicologo americano e fondatore della Psicologia Umanistica, si occupò dei bisogni all'interno della sua teoria sulla motivazione. La sua teoria dei bisogni è una "gerarchia di prepotenza relativa dei bisogni", fondata sull'osservazione antropologica della natura comune ed interculturale di alcuni bisogni umani, considerati fondamentali.

Egli ritiene che, apparentemente differenti, alcuni modelli comportamentali che si espletano in azioni fra le più diverse, sono in realtà tesi al medesimo fine. Insomma, secondo Maslow, gli uomini, universalmente, condividerebbero, non solo un sostrato biologico, ma anche un comune patrimonio di pulsioni o istinti deboli, orientati al soddisfacimento dei bisogni fondamentali. Inoltre, la gerarchia si basa sull'assunzione che, una volta soddisfatto un bisogno inferiore, anche solo parzialmente, inizia a presentarsene uno nuovo, con un carattere di minor forza e urgenza, ma in grado di riorientare i fini soggettivi e anche i valori soggettivi al suo soddisfacimento. Da ciò, la conseguenza che la soddisfazione è momentanea e non permanente: questa interessante considerazione accomuna Maslow e gli autori che si sono occupati della Teoria del Confronto, sulla quale ci siamo già soffermati.

Entrando nel dettaglio della gerarchia, al livello più basso si ha il gruppo dei bisogni più forti cioè i bisogni fisiologici, come la fame, la sete, il sonno, che sono i più urgenti nel manifestarsi in uno stato di privazione e il cui soddisfacimento è precondizione per l'emergere del successivo gradino di bisogni, più elevato. Maslow sostiene in modo convincente che chi non soddisfa questi bisogni, ma anche semplicemente uno di essi, ad esempio la fame, sarà ossessionato dalla necessità di soddisfarlo, anche il suo sistema di valori muterà quindi in funzione della necessità di soddisfare tale bisogno. Quindi, chi ha una fame cronica pensa costantemente a come procurarsi il cibo e non si preoccupa certo di scambiare amore o coltivare interesse per l'estetica o la filosofia.
Questi stessi bisogni fisiologici sono organizzabili secondo una gerarchia di urgenza: sete, fame, sonno.

Una volta soddisfatti questi bisogni o parzialmente soddisfatti, inizierà ad apparire un'altra categoria di bisogni: i bisogni di sicurezza. Questa classe di bisogni è altrettanto urgente e forte di quella dei bisogni fisiologici, anche se alla soddisfazione di questi viene subordinata. Quindi, chi si sentirà in pericolo di vita o preda di ansia o peggio panico, sarà dominato dal desiderio di liberarsi il più presto possibile da tale assillo.
Soddisfatti i bisogni di sicurezza appaiono i bisogni di integrazione e di affetto. Questa classe di bisogni si esprime nella necessità, che il soggetto avverte, di sentirsi socialmente inserito e accettato nella comunità in cui vive. Non solo, oltre che inserito, il soggetto sente il bisogno di essere amato, di avere familiari, amici e partner che desiderano scambiare amore o affetto.

Dalla soddisfazione, anche parziale, dei bisogni di appartenenza e affetto, si sviluppa la classe dei bisogni di stima. Per stima si intende autostima, stima e rispetto provenienti dagli altri individui. Con autostima Maslow intende anche la percezione soggettiva di indipendenza e libertà. Sulla libertà poi, apre una piccola parentesi, affermando che non si sa se il desiderio di libertà è universale o meno, ma afferma che da numerosi studi si evince che un soggetto, il quale abbia sperimentato ampi margini di libertà, non vi vuole rinunciare.

Soddisfatti i bisogni di stima, si farà strada, soggettivamente, il bisogno di autorealizzazione. Tale bisogno spinge il soggetto a ricercare quelle attività più consone alla sua natura, alle sue abilità o predisposizioni.
Infine, soddisfatti questi bisogni fondamentali, il soggetto sperimenta nuovi e più elevati desideri, che pur essendo spesso dal carattere meno marcato, tuttavia Maslow identifica con il bisogno di conoscere e capire e i bisogni estetici, (per semplicità li definiamo bisogni culturali).

Certo, questa classificazione dei bisogni si presta ad alcune critiche e la si può ritenere in parte incompleta; tuttavia, siamo sorpresi e affascinati dall'intuizione di Maslow sulla presenza di una gerarchia di prepotenza relativa dei bisogni e fondamentalmente crediamo che il processo di successione soggettivo dei vari bisogni sia reale.
E' un peccato, tuttavia, dover riscontrare che la letteratura sul tema dei bisogni sia alquanto scarsa e confusa. Molti autori evitano il problema cruciale dei bisogni e sostengono un relativismo a nostro modo di vedere irrealistico, altri partono invece da posizioni filosofiche e ripudiano un approccio induttivo basato sull'osservazione antropologica e psicologica, nel solco tracciato da Maslow; anche in quest'ultimo caso i risultati sono particolarmente discutibili per ovvie ragioni.

Uno dei più recenti lavori, sulla formulazione di una teoria dei bisogni, è quello di Len Doyal e Ian Gough. In questa teoria i due autori criticano Maslow e l'equazione maslowiana fra motivazione e bisogno, adducendo argomentazioni poco credibili, difatti, sostengono ad esempio che la motivazione del tossicodipendente ad assumere droga non può essere ritenuta un bisogno, in quanto lesiva della stessa salute del soggetto; ciò è senza alcun dubbio vero, tuttavia, non si può non ritenere patologica la motivazione del tossicodipendente e quindi estranea alla formulazione di una teoria dei bisogni umani, che deve riguardare necessariamente la totalità degli uomini considerati sani. Inoltre gli stessi autori, pensano di poter tracciare una teoria dei bisogni oggettivi, argomentandone razionalmente la loro necessità, tuttavia, ci chiediamo, cosa c'è di razionale nel bisogno di scambiare amore? o nel bisogno di autostima? Come si possono negare questi bisogni palesi di ogni essere umano e pensare che semplicemente tracciando una lista di necessità oggettive e materiali si soddisfi la natura umana? Ovviamente non si può e quindi anche questi due autori parlano di "relazioni primarie significative", come una necessità umana.

Tornando all'origine dei bisogni umani, può essere utile riferire il pensiero di Maslow, sul rapporto presente fra essi e il patrimonio istintuale residuo dell'uomo. Egli ritiene che l'uomo abbia perso gli istinti, che invece si osservano nel mondo animale, a favore di una risposta adattiva più flessibile e capace di adeguarsi ai più differenti ambienti naturali. Tuttavia, rimangono nell'uomo alcune pulsioni e tali pulsioni sono la base istintuale dei bisogni. Maslow cita alcuni esperimenti condotti su i primati, che dimostrano come, anche nei cuccioli, sia presente il bisogno di affetto in assenza di condizionamenti sociali.
Anche Doyal e Gough ammettono: "L'enfasi posta su impulsi e motivazioni ci rende comunque avvertiti del sostrato biologico dei bisogni umani - ovvero dei vincoli derivanti dalla nostra struttura genetica". D'altronde, di fronte a chi sostiene che i bisogni sono esclusivamente indotti dal contesto culturale, non si può opporre che l'argomentazione sul comune patrimonio biologico e residuo istintuale della specie umana.
Quello che cambia in relazione al contesto, sono ovviamente i comportamenti che tendono a soddisfare i bisogni. Così, in una società liberalcapitalista e postindustriale, il bisogno di stima verrà soddisfatto con il tentativo soggettivo di raggiungere una posizione lavorativa di prestigio sociale e di reddito elevato. Mentre, in una società tribale, ad esempio, la stessa posizione si potrebbe raggiungere dimostrando grande coraggio, ottime capacità venatorie e doti di comando, oppure, accreditandosi come un soggetto con particolari doti e poteri , come lo sciamano viene considerato.

Articolo tratto dal lavoro di tesi di Giuseppe Pellegrini Masini, La qualità della vita urbana, aspetti sociologici. Analisi e metodi di valutazione