Il Mobbing, nella sua forma elementare, consiste in un’azione di prevaricazione, che è realizzata nei confronti di uno o più lavoratori, da parte di superiori, colleghi o dall’azienda stessa.

Tale prevaricazione o aggressione, si manifesta attraverso l’azione mobbizzante, la quale crea, sul posto di lavoro, una particolare situazione ambientale, il cui elemento fondamentale è costituito “dall’accerchiamento1” che si forma intorno alla “vittima”, e che è caratterizzato da un accanimento ripetitivo nei suoi confronti.

Dalle varie definizioni che sono state date a questa forma di persecuzione psicologica, si deduce inoltre che, il Mobbing, non è un fenomeno circoscritto, avente una definizione univoca e precisa, ma è dotato di flessibilità circa i casi cui può riferirsi.

Il Mobbing, dunque, possiede un carattere “aperto", poiché, in esso, rientrano una pluralità di fattispecie, che variano sia in relazione agli atteggiamenti attuati per circondare la vittima, sia in relazione ai soggetti che di volta in volta sono parte attiva nell’azione mobbizzante.
Per questo motivo, lo studio degli elementi che compongono il Mobbing, non può ancora dirsi, definitivamente organizzato.

Inoltre, la ricerca sulle diverse variabili che interessano tale fenomeno, come ad esempio, i soggetti che compiono le azioni di prevaricazione, gli obiettivi che essi desiderano raggiungere e i tempi di durata della persecuzione, conduce a nuove scoperte, e quindi, a nuove e diverse proposte di inquadramento del Mobbing.
Scopo ultimo di tutte queste ricerche, è quello di giungere ad un’opera di affinamento della categoria, anche grazie ad un processo di “tipizzazione” delle “azioni mobbizzanti” e delle dinamiche che contraddistinguono il Mobbing.

Unica eccezione a questa regola, è data dalla componente di aggressione e ripetitività, intesa come elemento costitutivo e caratterizzante questo tipo di violenza morale, indipendentemente dal Paese in cui ci si trova ad occuparsi di essa, e quindi dal termine che viene utilizzato per indicarla.
Tuttavia, nonostante la flessibilità e l’apertura a nuove determinazioni, è possibile individuare, parlando di Mobbing, un quadro piuttosto chiaro riguardo ai suoi elementi strutturali.
Ad esempio, la psicologia del lavoro ritiene essenziali, quali caratteristiche fondamentali del Mobbing, sia la quantità delle azioni persecutorie, sia la durata nel tempo dell’azione mobbizzante.

Riguardo al fattore tempo, il primo studioso ad introdurre tale concetto nella discussione intorno a questa persecuzione psicologica, è stato lo psicologo svedese Heinz Leymann.
Egli, è considerato l’iniziatore degli studi sul Mobbing, in quanto, riprendendo questo termine dall’etologo Konrad Lorenz2, lo adattò all’uomo ed al mondo del lavoro.
Leymann, affermò che il Mobbing, o meglio, le azioni che lo compongono, per essere tali (cioè, per dare luogo alla vessazione vera e propria), non solo devono durare per un periodo minimo di sei mesi, ma anche, che gli episodi vessatori debbono far registrare una frequenza almeno settimanale.

Ricordiamo qui la definizione che egli diede a tale fenomeno:
“il terrore psicologico o mobbing lavorativo consiste in una comunicazione ostile e non etica diretta in maniera sistematica da parte di uno o più individui generalmente contro un singolo che, a causa del mobbing, è spinto in una posizione in cui è privo di appoggio e di difesa e lì costretto per mezzo di continue attività mobbizzanti. Queste azioni si verificano con una frequenza piuttosto alta (almeno una alla settimana) e per un lungo periodo di tempo ( per una durata di almeno sei mesi)”.


Note bibliografiche:
1Il mobbing è “una forma di pressione, di “accerchiamento”, sì che il lavoratore possa avvertire questa sorta di presenza costante, il fiato sul collo, la consapevolezza che ogni manifestazione della sua personalità non gradita al datore possa comportare conseguenze pregiudizievoli sul piano del rapporto contrattuale. (Tribunale di Pisa, 3 ottobre 2001)
2Lorenz, in quanto etologo, utilizzò il termine Mobbing per indicare un gruppo di animali che aggrediscono una preda od anche un membro del loro stesso gruppo.



Articolo tratto dalla tesi di Monica Piccolo, Il mobbing, un'analisi attenta dei fenomeni persecutori in ambiente di lavoro, con uno sguardo rivolto anche alle piùrecenti introduzioni della letteratuta scientifica (come per esempio il fenomeno dello stalking).