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Costruire la propria vita. In uscita il nuovo libro di Ulrich Beck pubblicato dal Mulino.
Quanto costa realizzare se stessi e fare i conti con il futuro in un'epoca in cui rischio e imprevidibilità sono presenze ineludibili?

[20/07/2008]

Reminiscenze di studi giovanili. Leggevo Alberto Melucci e le sue riflessioni sui percorsi di vita nella nostra epoca. Continuamente posti di fronte a scelte, anche non scegliere diviene una scelta. Già, il segno di chi vive in questi giorni è la necessità di confrontarsi con un destino di vita che si è continuamente chiamati a creare. Abbandonati i vincoli ascritti, rifiutate le grandi narrazioni e declinato come superato qualsiasi legame per la vita, oggi, giorno dopo giorno, dobbiamo costruire un percorso che appaia, a partire dal passato come suggeriva Berger, il più unitario possibile.
E’ come se si cercasse di mettere insieme tutti i pezzi del nostro io frammentato che siamo chiamati a vivere dalle diverse esperienze quotidiane, cercando di riassumerlo in un io monolitico, duraturo.

Bauman suggeriva l’immagine dei videotape: la vita come una videocassetta, cancelliamo, registriamo nuovamente, poi tagliamo e infine aggiungiamo i vari stralci di vita per dare forma alla storia, ma soprattutto al futuro, di ciò che siamo.

In Costruire la propria vita, ultimo libro di Ulrich Beck pubblicato in Italia, l'autore sa bene che oggi la realizzazione di sé non è un invito, bensì un imperativo categorico delle nostre società. Guai a fermarsi e flirtare con il passato. Presa una decisione, subito ci spetta un nuovo bivio da affrontare. Tuttavia, suggerisce lo studioso, seppure affrancati dal passato, dalla tradizione e dai destini tracciati una volta e per sempre, ciò non significa che il futuro per noi sia diventato più amico o familiare. Anzi.
La tesi di Beck sottolinea infatti come la società attuale, che egli definisce società del rischio, non ci garantisce affatto un futuro più sicuro e prevedibile: d’altronde, e sarebbe un paradosso logico, come potersi affidare a un futuro più amico se il presente è ancora più incerto e il passato un peso del quale liberarsi?
L’organizzazione delle società contemporanee, la loro velocità nelle comunicazioni e l’interdipendenza dei processi, ha creato un sistema complesso in continua trasformazione, dove le variabili sono infinite e quanto vale oggi domani potrà essere ormai già passato.

E quello che è un aspetto strutturale ha riflessi sul quotidiano di ognuno di noi. Su ogni scelta che compiamo, infatti, dal corso di studio scelto al compagno o alla compagna da sposare, dal luogo di villeggiatura al lavoro nel quale impegnarsi, incombe sempre una minaccia di insuccesso e un’imprevedibilità capace di vanificare qualsiasi progetto.
Senza radici nel passato e inquieti nel presente, ci proiettiamo così verso il futuro come luogo da abitare, sempre sulla soglia di uno sfratto o di un nuovo trasloco.

Costruire la propria vita
Ulrich Beck
Ed. Il Mulino
2008


Altra segnalazione:

dal sito di Media&Multiculturalità

Un diverso parlare. Il fenomeno dei media multiculturali in Italia
A cura di Anna Meli, Marcello Maneri
Ed. Carrocci
2007

Nei percorsi di riconoscimento dei diritti di cittadinanza agli immigrati in Italia l’informazione e i media rivestono un ruolo di particolare importanza. La crescita ormai costante dei “media multiculturali”, gli strumenti di informazione promossi direttamente dai cittadini migranti, testimonia il bisogno di far sentire nel panorama dell’informazione una voce che è stata troppo a lungo “parlata” da qualcun altro.

I media multiculturali nascono spesso dall’insoddisfazione dei cittadini immigrati rispetto alla rappresentazione parziale, spesso distorta, che i mezzi di comunicazione di massa danno dell’immigrazione. In questo tentativo di promuovere uno sguardo decentrato, o con un centro diverso, da quello dell’informazione mainstream, i media multiculturali costituiscono uno dei terreni privilegiati di elaborazione di identità in trasformazione, un canale di espressione e di partecipazione alla vita sociale e culturale italiana, un laboratorio nel quale modi diversi di fare informazione – fino a che punto diversi e con quali conseguenze è una domanda che accompagna tutto il volume – si incontrano. La ricerca ha inteso analizzare la dimensione, la crescita e soprattutto la natura di questo fenomeno.

Risultato del lavoro pluriennale di un’associazione come COSPE, impegnata nella promozione dei diritti dei migranti, questo studio cerca di fare il punto su potenzialità e limiti, anche di sostenibilità, di esperienze che le istituzioni locali e nazionali cominciano a guardare con interesse crescente.


A cura di Manuel Antonini
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