Intervistatore Andrea, potresti spiegare in cosa consiste l'Osservatorio sull'Integrazione Scolastica?
A. Canevaro: L'Osservatorio è stato costituito, perchè la legge prevede che esista, dal Ministro della Pubblica Istruzione. E' costituito da persone che si occupano professionalmente di persone con bisogni speciali, che vanno a scuola e che hanno nell'integrazione nella scuola il loro percorso per il progetto di vita. Ha un compito, quello di tener conto della realtà, ma soprattutto della realtà che nasce, cioè quella che non è ancora espressa, dei bisogni, e quindi dei bisogni che forse non sono ancora espressi totalmente. Deve tener conto di quelli che sono già dei consolidati, che non possono essere demoliti, ma deve anche soprattutto capire come far meglio. Non far peggio è già un bel traguardo! Far meglio sarebbe auspicabile.

Da quanto tempo esiste l'Osservatorio?
Io ho fatto parte di un primo osservatorio che aveva come coordinatore Sergio Neri. Se mi domandi le date precise non le so, ma stiamo parlando di epoche remote. Il Ministro dell'Istuzione era Berlinguer.

Tu ne sei quindi un membro storico.
Ho avuto una sola interruzione, quando il Ministro Moratti fece un nuovo Osservatorio. Io, come tutti gli altri che facevano parte dell'Osservatorio di allora, non ricevetti neanche due righe per dire "Il vostro compito è finito, vi ringrazio". Sapemmo poi da fonti esterne che c'era un nuovo Osservatorio di cui non eravamo parte. Allora io questa volta ho pensato, con il collega Ianes, di non subire gli eventi, ma di precederli se possibile. Prima di tutto facendo una constatazione, cioè che mi pare che le cose procedano in modo tale il tema Integrazione di Soggetti con Bisogni Speciali nella Scuola sia accompagnato da una politica più generale che non ha coerenze. Si mettono in difficoltà soggetti che provengono da altre culture. Se si parla di integrazione dei disabili, bisogna evitare che diventi un'operazione quasi privilegiata dei disabili. E' come se uno avesse il lavoro solo se è disabile. E' successo purtroppo nella nostra storia italiana che ci sono state false certificazioni. falsi disabili proprio per ottenere il lavoro. Era più semplice, ma queste sono anomalie che vanno corrette. E allora già ho rilevato questa operazione molto complicata, e l'ho fatto tenendo presente anche un aspetto che mi sembra molto interessante, e cioè: era uscito in quei giorni la traduzione italiana di un volume di uno scrittore, uno studioso statunitense, Philip Zimbardo, che aveva a suo tempo fatto una sperimentazione che lo aveva spaventato [ndr: The Stanford Prison Experiment, 1971], nel senso che aveva messo delle persone assolutamente normali, cittadini, studenti universitari, che avevano una vita tranquilla a fare il carceriere, e altri li aveva messi nel ruolo di carcerati, in una simulazione che era fatta come si fanno le cose negli Stati Uniti, con molte disponibilità, quindi un carcere modello se vogliamo. Aveva visto con sbigottimento e un certo raccapriccio, che chi faceva il carceriere prendeva talmente sul serio il proprio ruolo finto, da diventare crudele. Io avevo da gestire delle cose per lui, che voleva condurre l'esperimento, ma non riuscendo più a gestirlo hanno chiuso tutto. Con questo volevo ricordare che creare dei ruoli di controllo degli altri con delle gerarchie, e dare continuamente messaggi di tolleranza zero, significa qualche cosa che poi diventa incontrollabile, molto pericoloso per chi dovrebbe tenere conto che lavora per il bene comune. Ci sono fior di studi in proposito, si finisce per mettere in moto una dinamica che non si riesce più a fermare.

Nella sostanza potresti spiegarci quali sono le linee guida di questo ministero della Gelmini?
Dunque, Claudio, le linee guida di questo ministero a me sembra che siano soprattutto quelle di cercare di demolire il sistema pubblico scolastico. Questo mi sembra che sia l'elemento principale. Per farlo meglio ci sono anche delle manovre diversive. Si attira l'attenzione di tutta Italia sui grembiulini, sul maestro unico, su cose che sono anche importanti, ma non sono il nocciolo della questione. Il nocciolo della questione è quello per esempio della contrattazione individuale. Ogni scuola può contrattare l'insegnante individualmente. Spariscono i contratti collettivi. Sparisce la rappresentanza sindacale [ndr: anche la lotta alle rappresentanze sindacali era un obiettivo dichiarato della P2], sparisce il sistema pubblico insomma, nella sostanza. Una volta che è demolito, la ricostruzione è complicata, complicata. La demolizione è fatta con queste manovre di distrazione, ed è portata avanti molto rapidamente, ormai è fatta!

Qualche giorno fa, tu e il professor Dario Ianes avete dato le dimissioni, corretto?
Sì, bravo. Io ho avuto, e penso che anche il mio collega Dario, manifestazioni di solidarietà, e in alcune di queste notavo anche un senso di disastro: "Siamo arrivati al disastro: anche tu ti dimetti!. E allora ho voluto precisare, ed esprimo cose che anche il mio collega condivide, dato che ci lega una profonda e fraterna amicizia, che noi abbiamo voluto non tanto dire "Non lavoriamo più!", quanto dire "Attenzione: la distanza si allarga tra il sentirsi al servizio di chi cresce e il sentirsi al servizio del Ministro". E allora se si allarga troppo a un certo punto io devo scegliere. A chi do retta? Io do retta a chi cresce.

Andrea, la rete di Byoblu.Com si sta chiedendo se secondo te, dietro al disegno della Gelmini, ci sia solo la necessità di tagliare un settore considerato in perdita, non strategico, o se invece non ci sia un piano volto a indebolire le future generazioni di cittadini individui, rendendoli più ignoranti e quindi controllabili di quanti invece dispongono di strumenti culturali per conoscere, informarsi, giudicare e scegliere. E' ipotizzabile questo, secondo te?
Io direi di sì, che questa seconda ipotesi è possibile. Io non conosco personalmente la ministra, ma non credo che sia del tutto consapevole di questo, ma è un indotto. E' l'indotto che sta dominando, che è quello appunto di avere sudditi docili. Per me è stato rivelatore il Primo Ministro, quando appoggiando la Gelmini, ha parlato anche di un investimento massiccio. Quasi a dire: attenzione, non è che noi non daremo fondi alla scuola, ma investiremo in attrezzature. Avremo lavagne interattive, eccetera. Io dico: son più docili le lavagne interattive che non i docenti che litigano, che hanno bisogno di essere ascoltati, che hanno delle rappresentanze sindacali. Non credo che le lavagne interattive avranno rappresentanze sindacali. E' sicuramente più semplice il governo delle lavagne interattive. Oltretutto si fa un investimento: qualcuno che produce le lavagne ne esce arricchito. Anni fa c'erano i corsi per gli Insegnanti di Sostegno. Erano affarismo di bassa lega, in confronto era una roba da dilettanti in affari. Si facevano molte furbate. Per esempio, le prove di selezione per entrare costavano anche quelle, e avevano l'abitudine di disporle in modo tale che facevano legna su tre prove se facevano corsi uno vicino all'altro. Tutti correvano, c'era una truppa di persone che correva da un posto all'altro a fare queste prove, pagava la tassa per la prova, e la pagava tre volte. Ma questo, appunto, era un mercato da poveracci. Adesso passiamo a un mercato un po' più consistente, perchè le lavagne interattive tra qualche anno avran bisogno di essere sostituite da trovate molto più efficienti. Quindi si ricomincia daccapo.

Andrea, hai ricevuto qualche comunicazione dal Ministero, qualche reazione?
No. No e non me l'aspetto, perchè mi pare che lo stile sia quello di non curarsi di gente come noi.

C'è stata una qualche reazione dei media?
Alcune persone che conosco, che lavorano in giornali, mi hanno chiesto di poter comunicare, di potermi intervistare. Altre persone come te, che non conoscevo e mi fa piacere di averti conosciuto, mi hanno interpellato. C'è ancora la possibilità di essere ascoltati da qualcuno.

Sei ottimista o pessimista per il futuro?
Guarda, io sono piuttosto ottimista nel senso che ho l'impressione che un'attività come quella che stanno producendo sia talmente destinata al fallimento, che fallirà! Certamente però ogni fallimento è doloroso. Questo certamente. Adesso faccio un paragone esagerato, ma se avessi vissuto in epoche hitleriane e qualcuno mi avesse chiesto "Sei ottimista?"', avrei risposto "Certo, perchè non può che finire"'. Con che tragedia però finiscono queste cose!

Andrea, ti ringrazio tantissimo di avere parlato con noi.
Grazie a te, Claudio. Io ho parlato con la libertà che per ora mi sento di avere. Perchè dovrei usare delle prudenze alla mia età? Permettetemi almeno di essere tranquillo e sereno.

Intervista rilasciata a Claudio Messora dal professor Canevaro e pubblicata sul sito ByoBlu.com. Per leggere l'intervista sul sito della community blog clicca qui.