L'Elite ha tutti i vantaggi, e anche tutti gli inconvenienti, dei termini molto elastici. Nell'uso corrente, lo troviamo inteso in senso lato, e in senso stretto, in senso apprezzativo e in senso neutrale.

1) In senso ampio, l'elite è semplicemente lo strato alto o una posizione elevata: e cioè sono tutti coloro che - di fatto o di diritto - hanno eminenza, contano di più, o hanno modo di comandare a qualsiasi titolo. Anche se specifichiamo elites politiche, il termine può essere usato in senso inclusivo sia delle èlites governanti, come delle elites non-governanti, così da includere non solo coloro che detengono e esercitano il potere, ma anche tutti colore che controllano e influenzano in maniera rilevante il decision-making e cioè la formazione delle decisioni politiche dall'esterno.

Per tanto, anche le elites non propriamente politiche vengono agevolmente travasate nelle elites politiche.
Basti pensare all'uso americano di parlare di power elites, di elites di potenza che è si un modo di alludere alle elites politiche, ma appunto nell'accezione più ampia possibile per la quale una elite di potenza è costituita più dal top business, dalla classe dirigente economica, che non dalla classe politica in senso proprio.

Né si può eccepire a questo refluire del top leadership economico nella categoria delle elites politiche, dal momento che si tratta effettivamente di appartenenze multiple.
C'è di più: elite non indica soltanto un gruppo di persone attive, ma consente di abbracciare la nozione di classe dirigente in pectore, vuoi che essa sia in incubazione, oppure che sia pro tempore inerte. Cosicché l'uso lato include anche la nozione di elites potenziali latenti o ad azione intermittente che siano.

2) Di contro all'uso omnicapiente, troviamo un uso stretto. Il più delle volte esso consiste nell'identificare le elites politiche con la sola elite governante e cioè con coloro che si trovano al più alto livello nell'iter formativo delle decisioni politiche.
Tuttavia quest'uso può essere reso ancor più restrittivo da una serie di clausole aggiuntive: come quando si richiede che l'elite sia un gruppo relativamente omogeneo, o anche un gruppo organizzato se non addirittura - come nel caso del Meisel - che una elite possieda queste tre caratteristiche: group consciousness, coherence and conspirancy.

3) L'uso apprezzativo è quello che deriva dall'etimo (eligere) e anche dall'uso comune, almeno fino ai tempi più recenti: worthy of choice. In questo senso, elite significa eminenza di valore o di capacità.

4) Di contro all'uso apprezzativo sta l'uso neutrale per il quale le elites non sono elites di valore (o di capacità) ma soltanto elites di fatto. In questa accezione è il puro e semplice fatto di stare in alto, di detenere il potere, di essere in posizione di comando, che qualificherebbe una elite politica.
Cosicché per questa logica anche la cosiddetta selezione al rovescio produce una elite politica, perché elite è solo la situazione di chi comanda, è il trovarsi in posizione egemonica.


Articolo tratto dalla tesi di Francesco De Cesaris, Formazione e comportamenti della leadership politica - Risultati di un'indagine internazionale