Se per lavoro intendiamo una mera occupazione di tipo più o meno stabile e duratura, possiamo subito affermare che il 70,9% degli intervistati svolge un lavoro come inteso sopra, mentre il 25, 9% è in cerca di prima occupazione è disoccupato o lavora molto saltuariamente. Solo il 3,1% si è dichiarato non in cerca di occupazione per motivi personali.

Con questo approccio, l’ISTAT nel Rapporto sugli sbocchi professionali dei laureati in Italia (1995)1 conferma come Sociologia abbia un tasso di occupati superiore a Scienze Politiche, con la quale convive nel gruppo statistico delle Scienze politico-sociali, ma ha un tasso persino superiore di gran parte delle lauree dette “non professionalizzanti” come Lettere, Filosofia, Scienze Biologiche ed anche di qualcuna di quelle “professionalizzanti” come Giurisprudenza.
Utilizzando, altrimenti, un concetto di lavoro secondo l’approccio multidimensionale che suggerisce Agnoli (1985) si “scopre”, senza fare troppi sforzi a dire il vero, che il 40,5% dei soggetti continua un lavoro già precedente alla laurea. Comparando, sempre grazie ai dati ISTAT, i laureati già occupati da prima del conseguimento del titolo, si scopre che il dato complessivo sugli occupati è in linea, grossomodo, con le lauree sopra indicate e persino superiore a Scienze Biologiche e Giurisprudenza, ma è interessante osservare come Sociologia abbia il più alto tasso di laureati già occupati prima della laurea con una differenza talvolta abissale: tautologico è affermare che i soggetti che hanno trovato lavoro in virtù della laurea sono fatalmente inferiori nel numero rispetto ai corsi di laurea in parola.

Tab. 2: occupati prima e dopo il conseguimento del titolo di laurea per corso di laurea (dati percentuali).